“… fedeli al loro carisma, sotto la guida del Vescovo, cooperino alla crescita della comunione ecclesiale”: questa preghiera dei fedeli nella festa a Trento della Dedicazione della cattedrale è per così dire il miglior commento alla mattinata di incontro e dialogo tra l’arcivescovo Lauro Tisi e circa 250 religiosi, religiose, consacrati/e secolari, svoltosi il 18 novembre presso i Salesiani in centro città. È stato certamente un convergere positivo su alcune linee che stanno a cuore ad entrambi e che probabilmente costituisce un buon punto di partenza per affrontare insieme un contesto profondamente mutato dentro e fuori i nostri ambienti. Uno tra i commenti ricorrenti prima che ognuno rientrasse nelle proprie sedi era: “Davvero un incontro senza tanti giri di parole e premessa di una collaborazione più ricca”. Dalle “mutae relationes” come si diceva in passato con una certa dose di ironia, si è passati al concreto del guardarsi negli occhi per conoscersi meglio e condividere – è un aspetto emerso in più interventi – anche le nostre difficoltà e limiti per trasformarli in una sinergia di comunione che diventa ricchezza per l’intera chiesa.
Il Vescovo verso la fine dell’incontro ha richiamato diversi aspetti vissuti personalmente: ad esempio l’imparare a conoscere l’altro frequentandosi; o l’ammettere che nel rispondere alla domanda spiazzante di un ragazzino – ma tu vescovo cosa fai? – ha citato tante cose, ma tutto sommato riconoscendo che non aveva toccato l’essere vero della propria identità e del tipico suo servizio. Come dire: dobbiamo ripartire tutti dal proprio carisma (o identità, se si preferisce) se vogliamo davvero affrontare tante sfide nuove.
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