Pavoniani – Artigianelli

Origine dell’Istituto

Dio al momento opportuno chiama sempre, nell’immenso cantiere della storia, i collaboratori che Egli si sceglie col ruolo di «carismatici». San Lodovico Pavoni fu uno di questi uomini della Provvidenza.
Brescia sua patria, all’inizio dell’800 viveva un quadro storico-sociale sconcertante: le continue successioni dei regimi politici (Repubblica Veneta, Governo provvisorio, Napoleonico, Austriaco) avevano portato rivolgimenti profondi nelle istituzioni e nei costumi. L’uomo di Dio vive la drammaticità di questa sofferenza e vi scopre l’urgenza di salvezza contenuta. Coerente a sé stesso e alla sua missione, egli non esita a imboccare anche da solo le scorciatoie del Vangelo.
Sembra scontato immaginare per il piccolo Lodovico un’infanzia custodita nell’innocenza, da una famiglia esemplarmente cristiana. In realtà, mentre egli in quella casa assorbe il meglio e manifesta già scelte personali nella vita di preghiera e nella carità ingegnosa, vediamo il fratello Giovanni dimostrarsi insofferente di tutto e aperto a ben altre idee di moda. Il giovane Pavoni come aristocratico, avrebbe potuto adagiarsi in una vita gaudente o di privilegio o seguire ambizioni politiche; invece preferisce maturare la sua definitiva consacrazione a Dio.
Lo preoccupano soprattutto i giovani, che dopo l’abolizione delle corporazioni artigiane, privi di qualsiasi sostegno, ma appunto per questo bisognosi di lavorare per vivere si trovano esposti alle insidie più irreparabili. Anche le tradizionali forme educative erano tutte inadeguate e abbandonavano l’adolescente proprio di fronte ai problemi dell’inserimento professionale e sociale. Così il Pavoni intuisce la necessità di un apprendistato e sembrandogli che il progetto gli fosse dettato dal cielo con l’audacia dell’apostolo, sacrificando se stesso, tutti i suoi averi, il Canonicato e persino l’offerta alla sede episcopale di Cremona, si accinge alla fondazione del primo istituto professionale.

Spirito dell’Istituto

San Lodovico Pavoni chiamò il suo Istituto (1818) «La famiglia della carità» per lo spirito che lo teneva unito. Tra i diversi laboratori, la tipografia attira la sua cura particolare, non solo perché con essa garantirà ai ragazzi più capaci un ottimo lavoro, ma perché con essa può contribuire alla produzione della buona stampa. La geniale istituzione meritò al Fondatore plauso e onorificenze; lui invece confida che la bontà dell’opera valga a suscitare validi collaboratori e garantirne la continuità.

Nascono così i Figli di Maria Immacolata: l’otto dicembre 1847 Padre Pavoni e un gruppetto di sacerdoti e maestri lavoratori si consacrano con un identico amore per Dio e per gli uomini a vivere in fraternità. Lo spirito che li anima è una bontà accogliente e una dedizione industriosa rivolta soprattutto ai giovani più bisognosi e orientata alla loro promozione cristiana cominciando dalla formazione umana e professionale. Anche la piccola tipografia è diventata l’Editrice Ancora che può vantare fra le sue sedi, un posto privilegiato di irradiazione presso piazza S. Pietro a Roma.

Presenza in diocesi

Al Trentino i religiosi Pavoniani-Artigianelli hanno dato molto: lo dicono le migliaia di giovani usciti dai loro Istituti, nello spazio di un secolo. Ma dal Trentino hanno pure ricevuto molto, soprattutto in vocazioni, in cordialità, in reciproca collaborazione. Forse meraviglierà sapere che tutto questo risale già ai tempi del Ven. Fondatore. Va ricordato poi che fu ad Ala, nella «Casa del miracolo» che i Pavoniani rinacquero nel 1869 dopo la soppressione governativa italiana.

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Istituto Pavoniano Artigianelli, Piazza di Fiera, Trento, TN, Italia