Origine dell’Istituto
Santa Maddalena di Canossa, veronese, che aveva già istituito nel 1808 le Figlie della Carità dette Canossiane, vedendo il gran bene che queste andavano compiendo in mezzo alla gioventù femminile, desiderò ottenere qualche cosa di simile anche per la gioventù maschile. E la Beata Canossa, incoraggiata da molti autorevoli personaggi, cominciò a pensarci fin dal 1820. Domandò consigli ed aiuti; cercò persone e mezzi; studiò statuti e regolamenti finché riuscì nel suo intento di dar vita ad un nuovo Istituto cui diede il nome di «Figli della Carità», i cui membri dal popolo furono chiamati «Canossiani».
Dapprima aveva tentato di iniziare l’Opera a Milano e a Verona per mezzo di alcuni buoni sacerdoti come il filosofo roveretano Antonio Rosmini e Antonio Provolo, veronese, i quali però non poterono corrispondere alle sue vedute e non se ne fece nulla.
Allora rivolse le sue mire a Venezia. Quivi aveva stabilito da vari anni la seconda Casa delle sue Figlie della Carità e aveva incontrato la stima e il favore dell’Autorità ecclesiastica e di tante nobili famiglie, per cui non le mancarono appoggi.
Le trattative furono lunghe (dal 1826 al 1831), ma finalmente poté aprire il primo Oratorio, vicino all’Istituto delle Canossiane, nella località di S. Lucia, dove ora sorge la stazione ferroviaria.
Quando tutto il quartiere di S. Lucia dovette essere sgomberato per dar posto alla costruenda stazione ferroviaria, l’Istituto femminile delle Canossiane si trasferì nei locali attigui alla chiesa di S. Alvise, mentre l’Oratorio maschile trovò posto accanto alla chiesa di S. Giobbe nei locali di un ex -convento dei Francescani.
Il Card. Giuseppe Sarto, che amava teneramente i Canossiani, si recava spesso tra i fanciulli per un po’ di sollievo, incaricò nel 1897 il P. Antonio Voltolina, gesuita, di raccogliere, e riformare secondo i bisogni dei tempi nuovi le antiche Regole dell’Istituto, approvandole poi con la sua autorità pastorale. Anche dopo che fu innalzato alla Cattedra di S. Pietro coi nome di Pio X guardò con benevolenza paterna l’Opera dei Canossiani. Ne fanno fede i preziosi autografi che si conservano.
L’approvazione Pontificia dell’Istituto arrivò nel 1950.
Spirito dell’Istituto
Esercitare la carità a vantaggio del prossimo dedicandosi con particolare cura alla salvezza della gioventù maschile più bisognosa, promovendone l’educazione e l’istruzione religiosa e civile.
L’apostolato dei Canossiani abbraccia i tre rami di carità «Educazione – Istruzione – Assistenza» mediante l’insegnamento del catechismo, la predicazione al popolo, gli Esercizi spirituali e Corsi di aggiornamento e di cultura religiosa; gli Oratori quotidiani, gli Istituti di assistenza, le scuole d’obbligo e professionali, i centri di addestramento, i doposcuola, i ritrovi; con l’opera morale e religiosa per gli operai, l’assistenza agli operai.
Si consegue pure il fine dell’Istituto prestando servizio nelle Missioni all’estero e nella cura parrocchiale, in risposta alla chiamata della Chiesa.
Seguendo l’insegnamento della Fondatrice, i Figli della Carità Canossiani ritengono la catechesi l’opera più utile e gradita al Signore e cercano con il loro apporto generoso che essa abbia a fiorire veramente.
Presenza in diocesi
Lavis: Oratorio Maschile dal 1 ottobre 1971. Prestano la loro opera tre Religiosi.
Info
Canossiani – Figli della Carità (FdCC)
oratorio don C.Brigà – via Degasperi, 24 – 38015 Lavis (TN)
0461 246682
0461 246682
Zona Pastorale : Trento
Decanato : Lavis
canossiani.lavis@libero.it
http://www.canossiani.org
Note
Casa generalizia
37142 Poiano (VR) – via S.Giuseppina Bakita, 1
segreteria@canossiani.org – tel. 045 528857 – fax 045 534047