Canossiane

Origine dell’Istituto

Maddalena apparteneva alla nobile famiglia dei Canossa. Era nata a Verona l’8 marzo 1774 accolta senza sorrisi dai genitori che attendevano l’erede maschio.

Presto orfana, Maddalena, di temperamento vivacissimo, fu presa in odio dall’istitutrice. Il Signore la preparava a grandi cose attraverso la sofferenza.

Questa la fece scegliere come Madre, Maria SS. Addolorata, alla quale affiderà il futuro Istituto, considerandola la vera fondatrice.

Sentì la prima chiamata del Signore dopo la guarigione prodigiosa di un male che l’aveva ridotta agli estremi.
I Conventi di clausura l’attiravano per il suo spiccato senso di preghiera, ma non corrispondevano al suo temperamento vivace, al suo bisogno di attività e di carità.

Incominciò così la sua opera fra i poveri, i più miserabili, riportando spesso al sontuoso palazzo, sugli abiti serici, i segni visibili della miseria.

Il suo sogno si realizzò nel 1808, quando da Napoleone ebbe in dono il convento di S. Giuseppe, dove poté raccogliere le povere fanciulle della più povera contrada di Verona, S. Zeno, per educarle e prepararle al lavoro, sottraendole ai pericoli e alla mendicità.

Aprì poi scuole per le povere, organizzò l’oratorio. Ai piedi del Crocifisso compilò le S. Regole che sintetizzano lo scopo dell’Istituto Canossiano: dottrina cristiana, ospedale e assistenza alle fanciulle povere. Le opere che ben presto ne derivarono furono parecchie e tutte indirizzate alla formazione della donna: SS. Esercizi per le giovani, istruzione alle mamme, educandati, scuole di lavoro, doposcuola, scuole per sordomute, scuole materne, pensionati. Sono opere sgorgate dal cuore di Maddalena. Le miserie del suo tempo, e di ogni tempo, le suggerirono di chiamare le sue seguaci: «Figlie della Carità».

Maddalena non aveva mai immaginato di estendere la sua attività oltre le mura di Verona, ma ben presto le sue opere vennero conosciute e la fondatrice fu invitata dapprima a diffonderle a Venezia, poi a Milano, a Bergamo e nel 1828 a Trento, dietro richiesta di Margherita Rosmini.

Più tardi l’opera raggiunse Cremona e Brescia.

Spirito dell’Istituto

Dalla Casa di Trento partirono suore per Lavis, Denno, Spormaggiore, Pressano, Moena, Fondo, Coredo, Mezzolombardo, Villamontagna, Bolzano, Merano, Ortisei e per le Missioni.

La Beata Maddalena di Canossa ebbe un valido appoggio nella degna sua sorella di religione, Margherita Rosmini, per la fondazione nella nostra città, di questo centro irradiatore di ogni bene.
M. Rosmini era nata a Rovereto nel 1794. A 11 anni fu mandata ad Innsbruch, per motivi di studio. A 14 anni ritornò alla casa paterna dove continuò gli studi e apprese la lingua latina, tedesca e francese, oltre l’italiana. Sentiva l’inclinazione alla vita religiosa e in questa era sorretta dal fratello Antonio. Intanto nella preghiera e nel digiuno raccoglieva in casa giovani povere e visitava gli ammalati. Concorse a fondare un orfanotrofio a Rovereto, di cui prese la direzione. Per prepararvisi si recò a Verona, presso «le figlie della carità» da poco istituite da Maddalena di Canossa.
Fu talmente colpita dall’opera, che vi tornò e poi vi rimase.

Sentì un forte desiderio di portare le Canossiane a Rovereto, ma la fondatrice preferì a Trento, perché qui non esistevano ancora istituti femminili.

Ottenuto il convento dei Francescani, la Rosmini vi veniva trasferita come superiora il 27 maggio 1828. Qui si prodigò dando tutta se stessa e le sue energie in una disponibilità eroica che prostrò il suo fisico fino alla consunzione.

Morì a soli 39 anni.

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Casa Madre Dell'Istituto Delle Figlie Della Carita' Canossiane, Piazza Venezia, Trento, TN, Italia