CS 32/08 – L’appello per la Terra, tre diocesi al Parco dello Stelvio

Una croce realizzata con le schegge delle granate della Prima Guerra Mondiale. E' il segno che le Chiese di Trento, Como e Bolzano-Bressanone hanno lasciato ieri al Passo dello Stelvio a ricordo della Giornata per la Salvaguardia del Creato celebrata per la prima volta insieme: 'Dalla morte nasce una vita nuova, quanto era lacerato si riunisce e ci dà un annuncio di speranza' hanno spiegato l'arcivescovo di Trento Luigi Bressan, il vescovo di Como Diego Coletti e l'amministratore diocesano altoatesino Josef Matzneller proclamando insieme dal capitello presso il rifugio Garibaldi a quota 2800 un documento appello ad 'una nuova sobrietà', 'un nuovo approccio con il tempo e gli spazi nei quali viviamo, dando priorità al bene comune, dove coscienza civile ed ambientale crescono per una vita bella'.

L'incontro, introdotto  dalle autorità del Parco Naturale dello Stelvio con il presidente Ferruccio Tomasi, si era aperto nella sala 'Donegani' del Passo con una significativa presenza ecumenica. C'erano gli ortodossi (proprio il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli ha lanciato l'iniziativa della Giornata mondiale del primo settembre) con il responsabile della comunità rumena di Bolzano, il pope Lucian Milasan. Poi gli evangelici luterani con Martin Burgenmeister (pastore di Merano e Arco) che citava la Genesi nella visione dell'uomo 'coltivatore del giardino': 'Sono felice di questa giornata, dobbiamo fare di tutto per il Creato', mentre la Comunità Riformata Svizzera era rappresentata dal pastore Hans Peter Schreich Stuppan, della vicina parrocchia ladina di Santa Maria: 'Siamo agli inizi del nostro impegno per l'ecologia, questa è una giornata importante'.

Energie alternative, consumi ridotti, sobrietà intelligente, da vivere 'anche nei piccoli passi': l'impegno delle comunità deve partire da una revisione degli stili di vita e da una richiesta di perdono per gli errori del passato: 'La serena armonia che riscontriamo in genere nelle nostre vallate tra il patrimonio naturale e ciò che l'uomo vi ha operato ' dice il documento - ci incoraggia a proseguire, evitando alcuni errori fatti, come le chiusure etnocentriche, il sovra-utilizzo di certi territori e il conseguente sovraccarico di strutture artefatte che provocano forme varie di inquinamento.

Ci sembra che sia fondamentale richiamare gli uomini del nostro Occidente al valore della qualità della vita. Non raggiungiamo la felicità con il possesso e il consumo di molti beni, bensì nelle relazioni significative: con gli altri, con il creato e con la fonte di ogni bene, il nostro Dio, Creatore e Salvatore'.

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