CS 13/10 – La Cassazione caccia gli immigrati irregolari con figli al seguito

La recente sentenza della Cassazione n. 5856 desta sconcerto, perché ritiene più importante l'integrità dei confini che i diritti dei bambini che frequentano la scuola. Minori che si vedono privare del diritto allo studio, perché vincolati al permesso di soggiorno dei genitori e dovranno rientrare nei  paesi dei loro genitori con incertezza assoluta di continuare a ricevere un'istruzione: ha ancora senso parlare in Italia dei diritti dei bambini? Nel nostro Paese a volte sembra che tutte le aberrazioni possano succedere legalmente. Peccato che si esiga il rispetto della legalità solo dagli stranieri!

Impariamo dalla Germania. Dal 3 al 5 marzo  a Berlino la Chiesa cattolica ha organizzato un Convegno annuale sulla sfida rappresentata ai comuni dalla migrazione irregolare. Significativo il nome dell'entità promotrice del convegno: 'Vita nell'illegalità'. Il card. Sterzinski ha espresso soddisfazione per l'intento dichiarato dal governo federale di creare le condizioni per la frequenza scolastica dei figli degli immigrati senza permesso di soggiorno. In Germania esistono circolari governative del 2009 riguardanti la legge sul permesso di soggiorno, per le quali si dichiara che l'aiuto umanitario professionale o volontario a migranti irregolari non è 'favoreggiamento di soggiorno illegale'.

Dirk Gebhart, esperto di migrazioni e integrazione della rete delle città europee Eurocities, ha richiamato recenti approfondimenti che smentiscono la tesi che regolarizzare clandestini chiami altri irregolari, mentre invece si riscontrano vantaggi economici (regolarità del lavoro, pace sociale...) collegati a tali sanatorie.

In Italia invece continua la campagna di criminalizzazione del clandestino, senza pietà neppure dei sui figli. Peggio ancora che il 62% degli italiani sono così plagiati da approvare la sentenza della Cassazione. Ci auguriamo che la complessa macchina giurisdizionale, chiamata ad applicare le leggi, non venga influenzata da questa sentenza.

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