'Il mondo dell'emigrazione non è soltanto fatto di rapporti di lavoro o di forze politiche, di tecniche e di scambi culturali: come dice Gesù nel Vangelo di oggi, anche noi abbiamo bisogno ogni tanto di ritrovarci in disparte a riflettere, a prendere forze, al di fuori della pressione mediatica o populista, non per isolarci ma per crescere in una condivisione di affetto e di simpatia'.
L'Arcivescovo Bressan, questa domenica a Storo in occasione della Festa dell'Emigrazione, ricorda che 'la voce dei credenti si accompagna all'azione di promozione umana e globale, anche per manifestare ideali, per protestare contro norme che appaiono restrittive o talora anche lesive degli stessi diritti fondamentali della persona umana. Questo è stato fatto per i nostri emigrati e questo avviene oggi per quanti giungono da noi'.
Mons. Bressan sottolinea che 'hanno una loro utilità i confini geografici statali, nel senso che permettono un miglior servizio al popolo, ma non hanno lo scopo di rinchiudere, come in uno steccato, le nazioni isolandole le une dalle altre'.
La memoria grata dell'Arcivescovo per Gianni Lenzi, Rino Zandonai e Luigi Zortea, si unisce anche al ricordo dell'opera della Chiesa trentina nel mondo: 431 missioni, con 543 sacerdoti, 166 suore e 51 laici dediti a questo servizio pastorale.
Infine, l'auspicio rivolto alle associazioni che riuniscono i discendenti degli emigrati trentini: 'Speriamo che presto possano essere superate le divisioni locali per un unico organismo'.