“”Coloro che operano nel settore della produzione e della diffusione di contenuti dei nuovi media non possono non sentirsi impegnati al rispetto della dignità e del valore della persona umana””.
Nel leggere queste parole dal Messaggio di Benedetto XVI per
Il tema della Giornata è dedicato in particolare alle nuove tecnologie, quali «luoghi» di nuove relazioni - basti accennare ad un network come Facebook, che sta coinvolgendo sempre più anche i trentini - e richiama all'impegno di 'promuovere una cultura di rispetto, di dialogo e di amicizia'.
Sicuramente le nuove tecnologie digitali hanno, come riconosce il Papa, 'uno straordinario potenziale' e quindi 'sono un vero dono per l'umanità': pensiamo a quanti, lontani dalla nostra terra, riescono a comunicare, a mantenersi in relazione, ad aggiornarsi proprio grazie alla Rete. Dagli studenti che sono all'estero per motivi di studio ai ricercatori che accedono in tempo reale ai documenti; da chi lavora all'interno di gruppi che riuniscono persone di diversi Paesi ai nostri stessi missionari: cellulari e computer, grazie ad Internet, contribuiscono ad avvicinare i mondi, in un interscambio che può essere ricco di reciproche opportunità.
I giovani sono i primi destinatari del Messaggio pontificio. Senz'altro sono anche i più alfabetizzati con le nuove tecnologie, quelli che si sentono 'a loro agio in un mondo digitale'.
La difficoltà non sta però tanto nell'apprendere questo nuovo linguaggio, quanto ad educarsi per evitarne un uso distorto, che banalizza i rapporti e rischia di barattare con la virtualità della comunicazione l'indispensabile incontro reale in famiglia, nella comunità, nella società. Quando ciò accadesse, aumenterebbero le solitudini, anche rimanendo connessi in maniera sistematica.
Infine, l'accesso alle reti informatiche è un termometro anche di democrazia. Non a caso Benedetto XVI precisa che 'sarebbe un grave danno per il futuro dell'umanità' se i nuovi strumenti di comunicazione 'non fossero resi accessibili a coloro che sono già economicamente e socialmente emarginati' o 'contribuissero solo ad incrementare il divario che separa i poveri dalle nuove reti che si stanno sviluppando'.
Auguro a quanti operano nei vecchi come nei nuovi media di sentire la bellezza e la responsabilità della loro professione e di operare con rispetto, ascolto e passione.
+Luigi Bressan
Arcivescovo