CS 24/10 – Mons. Bregantini alla giornata di faternità dei preti trentini per la chiusura dell’anno sacerdotale oggi a Montagnaga di Pinè

Oltre duecento preti trentini si sono riuniti oggi al santuario di Montagnaga di Pinè per una giornata di preghiera a conclusione dell'Anno sacerdotale in comunione con il Papa a Roma, 'ma anche con i nostri sacerdoti ammalati, i nostri missionari e tutti i 410 mila sacerdoti del mondo', come ha ricordato l'Arcivescovo Luigi Bressan.

A tenere un'apprezzata meditazione mariana è stato invitato l'Arcivescovo di Campobasso ' Bojano, Giancarlo Maria Bregantini che ha dapprima ricordato riconoscente i preti trentini (tra i quali il cappellano di Denno, don Carlo Penasa), 'che hanno posto in me il germe della vocazione', a conferma che 'un prete nasce sempre da un incontro con un altro prete'.

Bregantini ha ripercorso poi le gioie ma anche i dolori e le angosce di quest'Anno Sacerdotale, osservando 'da buon noneso' che è stata come una potatura: 'Ma ogni potatura non è mai per la stroncatura, ma per la rifioritura. E' una fragilità fatta forza. Non siamo angeli ' come ha detto il Papa ' ma siamo 'chiamati a vivere da angeli', certi che 'dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia'.

L'arcivescovo di Campobasso-Boiano ha  indicato una stile per il prete di oggi, modellandolo sugli atteggiamenti di Maria che visita la cugina  Elisabetta: la sollecitudine, in primo luogo, cioè lo zelo pastorale, che è 'volto appassionato, gioia nel celebrare, limpidezza di cuore'. Poi, l'importanza di 'relazioni affettuose e calde, amicizie leali e fedeli', accennando all'importanza della direzione spirituale e della confessione, anche per un prete.

Un terzo elemento è 'lo stupore che dà sapore alle relazioni, sempre nuove e mai annoiate. Mai stanche. Non per abitudine che impolvera ogni cosa, né per quell'accidia, che è il virus che uccide l'amore'.

Bregantini indicava poi al prete di oggi, con le parole di Antonio Rosmini, 'fede e povertà, sempre intrecciate' e la riconoscenza da pronunciare secondo lo spirito del Magnificat insieme a chi 'fa più fatica e perde'.

'Non pecorai, insomma, ma pastori', ha concluso Bregantini, citando l'incontro con un allevatore dell'Aspromonte che 'da collega' gli disse un giorno: 'Pecorai si nasce, pastori si diventa'.

Al termine della Santa Messa, presieduta dall'Arcivescovo, mons. Bressan ha consegnato la fresca lettera dei vescovi italiani che ringraziano i loro sacerdoti e li incoraggiano  ad affrontare anche le difficoltà del nostro tempo, nello spirito della concomitante Giornata di santificazione sacerdotale, animata come ogni anno dai Padri Venturini.

Bressan ha rivolto un pensiero finale al vescovo trentino-brasiliano Guido Zendron e al suo dolore per aver investito una persona in bicicletta che attraversa la strada: 'Abbiamo saputo qualche giorno fa questa triste notizia ' ha detto Bressan ' e gli abbiamo espresso subito la nostra vicinanza, ricordando anche nella preghiera la vittima dell'incidente. Tutti hanno riconosciuto che don Guido non ha avuto alcuna responsabilità, dal momento che il ciclista è uscito all'improvviso ad un incrocio'.

Dopo il pranzo i sacerdoti trentini si sono recati alla Conca della Comparsa dove hanno recitato insieme la preghiera dei Vespri.

dott.ssa Cecilia Niccolini

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