Nell’ambito della Visita pastorale in Rotaliana-Terre d’Avisio-Paganella il vescovo Lauro ha incontrato il mondo del lavoro nella serata di giovedì 30 gennaio al Convento dei frati Francescani a Mezzolombardo. Una trentina i presenti, donne e uomini, divisi in tre gruppi di confronto dai quali sono emerse “le gioie e le fatiche del mondo del lavoro” di piccoli imprenditori e artigiani che hanno testimoniato “la fatica di stare nell’attività d’impresa”.
Denominatore comune, “il lavoro come possibilità di crescita e realizzazione di sé“: è imprescindibile il reddito che si porta a casa – è stato detto – ma pure il grado di soddisfazione sul posto di lavoro, insieme alla solidarietà concreta tra le persone”.
Tra i temi emersi: la presenza di lavoratori immigrati, la questione dell’abitazione, con le case sfitte e le locazioni a volte impossibili; il ruolo dell’ente pubblico a fianco della piccola imprenditoria; lo svuotamento dei centri storici e la scomparsa dei piccoli negozi di vicinato.
Il vescovo Lauro che nelle scorse settimane aveva incontrato con formula analoga il mondo del turismo e agricolo – ha ascoltato e preso nota e in conclusione ha offerto alcune considerazioni, a partire dalla costatazione che “la presenza del bene è molto più diffusa di quanto possiamo immaginare”. “Il bene – ha aggiunto – o è un bene comune o non è di nessuno. Importante è la qualità delle relazioni”. “Anche nelle dinamiche ecclesiali – ha concluso don Lauro- occorre parlare di vita nella sua concretezza; la sobrietà, l’ecologia integrale e la qualità di vita non riguardano più solo l’etica ma ne va del futuro dell’umanità”.
(Su Vita Trentina della prossima settimana la cronaca completa di Roberto Moranduzzo)