Nuova tappa del vescovo Lauro nelle comunità trentine maggiormente colpite dalla pandemia di coronavirus.
Domenica 5 luglio infatti, don Lauro ha celebrato la messa a Spiazzo Rendena per la solennità di San Vigilio. Accanto a lui il parroco, don Federico Andreolli.
Per l’occasione, l’arcivescovo ha fatto anche visita agli anziani della locale casa di riposo: senza entrare nella struttura, ed a distanza, don Lauro si è fermato sulla soglia mentre gli anziani sono scesi nel giardino dove era stato preparato un piccolo altare, per un momento di preghiera molto apprezzato.
Molto sentito il saluto della presidente della RSA, Giovanna Tomasini: “L’appuntamento di San Vigilio -ha detto la presidente- è un appuntamento da tutti noi particolarmente sentito che porta gioia, speranza e coraggio. Sentimenti di cui abbiamo davvero bisogno. Il Covid anche per noi è stata una prova molto dura, sia per gli ospiti che per gli operatori. Abbiamo dovuto affrontare momenti difficili, carichi di tensione emotiva e psicologica. Ma siamo riusciti a superarla grazie all’amorevole dedizione ed allo straordinario sforzo di tutto il nostro staff“.
“L’inattesa e imprevedibile pandemia -ha proseguito la presidente- ho comportato e comporta tutt’ora per i nostri ospiti grandi sacrifici e crudeltà particolarmente nel fine vita. Stiamo, nostro malgrado, assistendo all’annullamento dei legami familiari, religiosi, alla perdita delle relazioni sociali dei nostri ospiti. Gli operatori hanno dato e stanno tuttora dando il massimo per limitare gli effetti di questa situazione surreale, hanno dovuto sostituirsi alle famiglie colmando con la loro sensibilità i vuoti, la solitudine, l’angoscia e tutti gli effetti negativi che il distanziamento anche affettivo sta provocando. Tutti insieme uniti ce la faremo a superare questo difficile momento. Il nostro impegno è proprio uno dei sogni che Lei ha manifestato durante l’omelia in cattedrale, ossia quello di custodire con dedizione e responsabilità gli anziani che hanno scelto la nostra casa come loro seconda famiglia“.
“Non meno difficile del nostro -ha ricordato don Lauro nell’omelia- è il tempo in cui si sono mossi Vigilio ed i tre martiri. Ma sorprendentemente, le difficoltà e le fatiche anziché portarli alla resa, forti di una fede che vedeva l’invisibile, ha trasformato la prova in un momento straordinario di fecondità che ha fatto prendere il largo alla nostra Chiesa“.
“Per aiutarci a far nostra la frequentazione dell’invisibile -ha proseguito don Lauro- ripercorriamo insieme questi mesi di pandemia. Nelle lacrime e nella solitudine del morire di tanti nostri fratelli e sorelle, abbiamo scoperto che nessuna vita è riconducibile al puro dato materiale, ma è incanto, grandezza, e il suo venir meno lascia un vuoto incolmabile. Nel gesto di tanti uomini e donne che senza risparmio, mettendo in pericolo la loro stessa vita, si sono spesi per i malati, è possibile riconoscere la presenza in noi dei tratti della Pasqua di Gesù: chi ama la vita, la perde per gli altri. In questi anni abbiamo tolto Dio dall’agenda della nostra vita. In questi mesi senza accorgercene abbiamo invocato il suo ritorno: nell’ammirazione per chi compiva i gesti di Dio e nel bisogno fortissimo sperimentato soprattutto da chi moriva in solitudine o era costretto a lasciar soli i propri cari nel dolore, di amare ed essere amati”.
Altra messa poi a Tiarno di Sopra, in Val di Ledro: nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo don Lauro ha celebrato la messa assieme al parroco don Jgor Michelini, per intrattenersi poi, al termine, con la comunità. Un momento particolarmente toccante e commovente, nel quale sono state ricordate oltre 30 vittime di Covid-19 della zona.