Buona parte dei 102 preti collaboratori pastorali in Diocesi hanno risposto all’invito del Vescovo Lauro che martedì 7 novembre ha voluto incontrarli in Seminario a Trento. I collaboratori sono preti non più parroci per raggiunti limiti di età (ma non solo, vi sono anche preti giovani e religiosi) che rimangono ad operare sul territorio a servizio delle comunità per le celebrazioni eucaristiche, nella catechesi o in altre attività. “Non è sempre facile – ha detto loro don Lauro – lasciare ruoli di responsabilità, si apre una fase che richiede accompagnamento ed è quello che noi vorremmo offrirvi inaugurando oggi un percorso di prossimità”. Secondo il vescovo, per i collaboratori, che operano accanto ai preti con responsabilità diretta nella gestione di una realtà ecclesiale in rapido mutamento (“Non esiste più la parrocchia di un tempo”), si aprono spazi importanti: “Di fronte a questa pluralità è necessario che ognuno metta a disposizione le forze che ha”, li ha sollecitati il Vescovo, seduto accanto al vicario per il clero don Ferruccio Furlan. Ed ha aggiunto: “Sarete buoni collaboratori nella misura in cui libererete forze laicali… altrimenti andremo a impoverire la comunità”. Tra le dimensioni della pastorale che potrebbero avere grande vantaggio dai collaboratori, don Lauro individua soprattutto la disponibilità all’ascolto. “C’è una fortissima domanda di essere ascoltati. Il Papa continua a parlare di discernimento che ha bisogno però di occasioni di incontro. Per questo ho invitato a far diventare permanenti nelle zone pastorali dei punti di ascolto dove la gente sa che in ora fisse e frequentabili, le persone possano rivolgersi a un prete per parlare.Qui vedrei un investimento dei collaboratori per sviluppare, tra l’altro, il meglio del proprio essere prete”. Altri ambiti di coinvolgimento indicati dal Vescovo: il mondo della cultura, gli ammalati, l’aiuto nella preparazione al matrimonio.
IN ALLEGATO SINTESI COMPLETA DELL’INCONTRO