“Il tempo non lenisce il dolore e se proviamo ad immedesimarci nei familiari possiamo capire che anzi lo scorrere del tempo acuisce il senso della perdita“. Con queste parole l’arcivescovo di Trento Lauro Tisi si è rivolto ai familiari delle vittime della tempesta Vaia, che ha suggellato la cerimonia di commemorazione svoltasi la sera di venerdì 29 ottobre a Dimaro, a tre anni dal cataclisma.
“La vita umana è un enorme tesoro, quando si dona agli altri con amore e gratuità chiama ancora vita: non lasciatevi rubare la speranza“, ha aggiunto don Lauro nell’omelia, durante la Santa Messa in ricordo di Michela Ramponi e Denis Magnani, prima di rievocare “la meravigliosa testimonianza di solidarietà e vicinanza” di tutta la comunità trentina che si è espressa proprio in quei difficili giorni.
Le parole di Fugatti
“Un dolore di tutto il Trentino, che si è sentito messo in ginocchio da un evento atmosferico catastrofico, è quello che hanno portato quei momenti drammatici di tre anni fa e che non si può dimenticare. Nei giorni, nelle settimane, nei mesi che hanno seguito quei giorni difficili però, il Trentino ha saputo reagire e ha saputo ricostruire, anche grazie all’unità di tutto il sistema istituzionale, alla nostra Protezione Civile, ai tanti volontari che hanno rischiato di persona per far fronte all’emergenza”, ha detto invece il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, nel corso della breve ma significativa cerimonia, nella piazza antistante la chiesa di San Lorenzo, poco dopo la celebrazione, a cui erano presenti anche il vicepresidente della Provincia Mario Tonina, gli assessori Mattia Gottardi e Giulia Zanotelli, il questore Alberto Francini, il sindaco di Dimaro Folgarida Andrea Lazzaroni, il dirigente generale del Dipartimento di Protezione Civile della Pat Raffaele De Col.
Il ricordo del primo cittadino di Dimaro
Il sindaco di Dimaro Lazzaroni ha ricordato che proprio intorno alle 19.00 del 29 ottobre 2018 si è abbattuta la catastrofe: “Il ricordo non sarà mai vano, il dolore della perdita e la tristezza di tante persone che sono state strappate alle loro case non vanno dimenticati, ma vanno anche ricordate la vicinanza e la dimostrazione di affetto che tutto il Trentino buono ci ha riservato”.