“Una Chiesa sinodale, come i tre martiri, non ha altro vanto se non il Vangelo frequentato, vissuto e testimoniato”. Davanti all’urna con le reliquie dei martiri d’Anaunia, nella Basilica di Sanzeno, l’arcivescovo Lauro ha presieduto la s. Messa nella serata di sabato 29 maggio, giorno in cui la Chiesa trentina ricorda il martirio nel 397 dei suoi fondatori (insieme al vescovo Vigilio, morto tre anni dopo, nel 400), a 40 anni dalla consegna delle loro reliquie al patriarca ecumenico Demetrio da parte del Vescovo Alessandro, di cui ricorrono i vent’anni dalla morte.
Reduce dall’Assemblea dei vescovi che ha tracciato le coordinate del cammino sinodale della Chiesa italiana, monsignor Tisi ha colto l’occasione della festa dei martiri per indicare su quali vie sarà impegnata anche la comunità cristiana trentina. “L’obiettivo – ha sottolineato nell’omelia – non sarà produrre testi che descrivono la sinodalità, ma raccontare la vita di uomini e donne che abitano l’inquietudine evangelica, disposti a provare e riprovare la logica del dare la vita. Questo è l’habitat di una Chiesa sinodale, guidata dalla bussola del Vangelo che ti permette di riconoscere tutti come fratelli e sorelle, amati dal Padre al pari di te”.
“Chiediamo ai martiri che il cammino sinodale che stiamo per iniziare, come Chiesa italiana, abbia il passo gioioso di chi sa che la Storia è abitata dal Dio di Gesù: un Dio ‘fuori di sé’ per dirlo con l’espressione dei parenti di Gesù nel vangelo di Marco”.
La messa, concelebrata dal parroco padre Giorgio Silvestri e dai sacerdoti della zona, ha visto un’ampia partecipazione pur nelle limitazioni anti-Covid.