“Qui abbiamo le radici della chiesa di Trento: Sisinio, Martirio e Alessandro, martiri della Chiesa indivisa”. La Basilica di Sanzeno, intitolata ai tre Cappadoci che trovarono la morte nell’anno 397, è di fatto icona degli inizi del cristianesimo in Trentino. Luogo, da sempre, ideale per pregare per l’unità dei cristiani come ribadisce l’arcivescovo Lauro all’inizio dell’intensa veglia ecumenica nel pomeriggio di domenica 24 gennaio. E’ il momento principale in Diocesi nella Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Nel rispetto delle differenze, ma nella percezione di essere “tralci di un’unica vite”, sottolinea nella sua meditazione (in tedesco con traduzione simultanea) il pastore della chiesa evangelica luterana Michael Jäger che aggiunge: “Solo tramite la forza della vigna, Gesù Cristo, possiamo portare frutto”. Accanto alle guide della comunità cattolica e protestante, davanti al presbiterio, disposti a semicerchio, anche Alessandro Serena della chiesa valdese, Caterina e Pierino Zingg (Foursquare Gospel Italia), Padre Ioan Lupasteanu (Diocesi Ortodossa Romena), Padre Ion Grebanosu (Amministrazione delle parrocchie del Patriarcato di Mosca). Tutte comunità tra le quali è in corso un dialogo fruttoso.
“Grazie alla Chiesa riformata – si compiace l’Arcivescovo – per aver messo in luce la forza, la bellezza della Parola. Grazie alla tradizione orientale ortodossa che continua, anche nella liturgia, a ricordarci che la fede è sulle spalle dello Spirito di Dio. Non siamo andati avanti solo nella carità ma anche nel cammino teologico. Chiedo ai martiri, dal momento che il martirio ci accomuna, di darci una mano perché possiamo essere testimoni del Regno di Dio, sentirci ‘relativi’ e custoditi dalla Parola di Dio”. Simbolo tangibile di unità, in un tempo in cui restano preclusi abbracci e strette di mano è una candela, accesa allo stesso cero proprio accanto alla Parola di Dio (nella domenica ad essa dedicata dai cattolici), mentre il Gruppo Samuele intona note ecumeniche. “Ci scambiamo uno sguardo, più che un abbraccio di pace – commenta il ‘regista’ don Cristiano Bettega – ma uno sguardo sincero, condiviso, coerente; per quanto ci è possibile diventi impegno perché ciascuno possa essere donna e uomo che costruisce pace”.
La veglia è stata trasmessa in diretta Tv e streaming.