Un minuto di silenzio, per pregare per la pace, invocandola in modo particolare per la Terra Santa, il Myanmar e gli altri Paesi del mondo in cui si combatte: anche la città di Trento ha aderito a questo momento, lanciato anche in ambito diocesano dal Forum Internazionale Azione Cattolica (FIAC).
L’appuntamento, alla presenza anche del vescovo Lauro e di don Cristiano Bettega, delegato dell’Area Testimonianza e Impegno Sociale dell’Arcidiocesi, era alle 13 di oggi, martedì 8 giugno, in un luogo altrettanto simbolico quale l’aiuola della pace, che sorge fra piazza Fiera e piazza Garzetti, a fianco dell’episcopio.
In Trentino hanno aderito all’appello l’Arcidiocesi di Trento, Azione Cattolica Diocesi di Trento, ACLI Trentine, CISL del Trentino, CGIL del Trentino, Pax Christi, Movimento dei Focolari, Osservatorio interreligioso sulla violenza alle donne, il gruppo delle Chiese Cristiane del Trentino (Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, Foursquare Gospel Italia, Chiesa Evangelica Luterana di Bolzano, Chiesa Evangelica Luterana di Merano, Chiesa Ortodossa Romena, Chiesa Ortodossa Russa, Pakistan-Hindu Christian Community in Europe, Chiesa Cattolica Romana, Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno) ed il Tavolo locale delle appartenenze religiose di Trento, che raccoglie fedeli appartenenti a Ebraismo, Islam, Cristianesimo nelle tre grandi famiglie confessionali (ortodossa, protestante, cattolica), Induismo, Buddhismo, Baha’i.
«È chiaro quindi che la pace universale è la migliore tra le cose che concorrono alla nostra felicità» (dal De Monarchia di Dante Alighieri – Trattato I, cap. IV).
Nel settimo centenario dalla sua morte, ci lasciamo ispirare da questo pensiero di Dante per affermare con forza la verità di questo dato di fatto: mai le donne e gli uomini saranno felici, mai conosceranno reale progresso e stabilità, mai si scambieranno sguardi di accoglienza reciproca e di collaborazione fattiva se non si farà ogni sforzo per costruire giustizia e pace. Ciascuna e ciascuno ha tutto ciò che serve per fare la propria parte, nella dimensione domestica, scolastica, professionale, civica, politica, religiosa e in qualsiasi altra dimensione che caratterizza l’essere umano. Il nostro appello, quindi, è rivolto prima di tutto a noi stessi e a tutte e tutti coloro che hanno a cuore le sorti dell’umanità, dai politici ai leaders religiosi, dai rappresentanti di enti pubblici e privati fino ad ogni cittadino: siano, le nostre, parole e azioni di pace.