La Diocesi di Trento ha presentato nella mattinata di sabato 22 febbraio le “Linee guida per la tutela delle persone minorenni e vulnerabili nelle attività pastorali”. La presentazione è avvenuta al Polo culturale Vigilianum di Trento, nel corso di un convegno particolarmente partecipato, promosso dal Servizio Diocesano per la Tutela dei Minori, alla presenza dell’arcivescovo Lauro Tisi che ha introdotto i lavori, moderati da don Alessandro Aste, Referente del Servizio Tutela Minori.
Il percorso che ha portato alla definizione del documento, redatto dal Tavolo degli Esperti del Servizio Tutela, ha preso avvio dall’esigenza di declinare nella realtà trentina le “Linee guida” sul tema già pubblicate dalla CEI nel 2019 e aggiornate nel 2023.
Indicazioni concrete
Le Linee diocesane (QUI TESTO INTEGRALE) offrono indicazioni molto concrete sulle azioni da compiere o da evitare, in particolare da parte degli adulti, per prevenire comportamenti irrispettosi o abusanti nei confronti di minori o persone vulnerabili, soprattutto nel corso delle attività pastorali.
Si va dalla stigmatizzazione di ogni tipo di abuso fisico, psicologico e sessuale ad una più ampia cura dei comportamenti. Ad esempio: rispettare la sfera di riservatezza e intimità, evitare di parlare o comportarsi in modo offensivo, inappropriato o sessualmente provocatorio, avere cura del proprio comportamento (linguaggio, conversazioni, gesti, sguardi, contatti corporei, modo in cui ci si presenta).
Le Linee, inoltre, propongono una riflessione più ampia sulla necessità di offrire occasioni di relazioni positive e capaci di nutrire umanamente e spiritualmente.
Temi chiave
Nel testo vengono approfonditi alcuni temi chiave:
– la centralità della persona minorenne, che non deve essere considerata soltanto come un oggetto dell’azione pastorale, ma come un soggetto attivo delle relazioni di cura e di accompagnamento. Per tale ragione è utile anche adoperarsi per promuovere l’educazione al consenso;
– la consapevolezza che si agisce sempre insieme alle famiglie, che devono essere costantemente coinvolte ed informate e che devono esprimere il consenso/autorizzazione alla partecipazione di figli e figlie alle attività, in modo da prendere parte attivamente alla co-costruzione di significati e scelte educative-pedagogiche, in un’ottica di alleanza e costruzione di una comunità educante. Esplicite autorizzazioni da parte dei genitori sono necessarie, secondo le Linee guida, anche nell’utilizzo degli strumenti tecnologici per la comunicazione, così come è necessaria grande cautela e scrupoloso rispetto della normativa nella pubblicazione delle immagini;
– l’attenzione alla scelta e all’accompagnamento, anche attraverso la formazione, di coloro che operano a contatto con le persone minorenni, consapevoli che ciascuno di essi svolge una rilevante funzione educativa;
– la necessità di offrire ambienti curati e sicuri per la realizzazione delle attività.
Le Linee guida, illustrate al Vigilianum da Loredana Lazzeri del Tavolo degli Esperti e da Cecilia Cremonesi del Servizio Pastorale giovanile della Diocesi, sono destinate in prima istanza a chi opera nell’ambito delle attività promosse dai Servizi della Curia Arcivescovile; dalle Parrocchie; da NOI Trento APS – Associazione Oratori e Circoli affiliati presenti nel territorio dell’Arcidiocesi di Trento; convitti che ospitano minori del Collegio Arcivescovile. Potranno essere adottate anche da altri soggetti che ne condividono le finalità e che si impegnano ad applicarle.
Al termine della presentazione, le Linee guida sono state sottoscritte dall’arcivescovo Lauro Tisi, dal delegato dell’Area Annuncio e Sacramenti don Mattia Vanzo, dal presidente dell’Associazione Noi Trento Aps don Daniel Romagnuolo e da Bruno Daves, Rettore del Collegio Arcivescovile.
I commenti
“Compiamo oggi – ha sottolineato l’arcivescovo Lauro Tisi – un passo davvero importante per una Chiesa che intende sempre più lavorare su di sé per prendersi autenticamente cura delle persone, con atteggiamenti inclusivi, accoglienti e rispettosi della dignità di ciascuno e con particolare attenzione ai minori e alle persone vulnerabili”.
“Auspico – ha concluso monsignor Tisi, dopo aver ringraziato tutti i soggetti coinvolti – che queste Linee programmatiche possano essere condivise nella maniera più ampia possibile nei nostri ambienti ecclesiali sul territorio, per costruire insieme comunità aperte e responsabili”.
“Si tratta di indicazioni – commenta don Alessandro Aste, referente del Servizio Tutela Minori – tramite le quali vogliamo far passare il valore dell’attenzione costante al benessere della persona, tenendo presente sempre l’importanza del coinvolgimento delle famiglie e dell’educazione al consenso delle persone minorenni, aiutandole a stabilire e rispettare i confini personali”.
“Le Linee – aggiunge don Aste – contengono anche indicazioni e attenzioni molto pratiche, ad esempio per le attività di Grest o di oratorio, non per ingessarle ma per renderle sicure in modo tale che tutti, nessuno escluso, possano sentirsi perfettamente accolti. Dove ci sono abusi o sopraffazioni, lì non può esserci una vera esperienza di fede ecclesiale. Per questo è fondamentale l’educazione e la prevenzione”.
Alla firma delle Linee guida e al relativo confronto in sala è seguito, nella seconda parte della mattinata, lo stimolante intervento del prof. Ivo Lizzola, già docente di Pedagogia sociale e del conflitto all’Università di Bergamo, che ha ripreso i temi emersi, rilanciando alcuni preziosi spunti di riflessione sulla relazione educativa.
“La vita giovane e l’infanzia vanno accolte, rispettate e salvate”, ha sottolineato Lizzola. Secondo il docente “esse riportano alla prima settimana del mondo, a quell’origine che è senso del dono, sotto il segno dell’affidamento, della partecipazione alla danza della fiducia e dell’attesa di bene”.
“Nel lavoro attento con i bambini – ha aggiunto Lizzola – il loro ascolto è necessario: permette di riportare il pensiero nell’’aurora’, in una sorta di relazione originaria, fuori da conformismi, da ansie di controllo. Con i bambini – argomenta ancora il pedagogista – si incontra l’irreversibile e lo si oltrepassa, con i bambini si incontra l’imprevedibile e lo si attraversa. Trascurare – ha concluso Lizzola – la vita giovane e l’infanzia, lasciarle inaridire, utilizzarle, violarle è perdere l’umanità e ferire il tempo e la speranza”.
Foto Zotta/Ufficio Stampa