“Non posso barare con voi, la parola più adatta davanti a tanto dolore è il silenzio, la sofferenza esige rispetto, chiede che ci si metta una mano sulla bocca”. Così l’arcivescovo Lauro Tisi nell’omelia della Messa funebre con cui la comunità di Romallo, profondamente scossa, ha dato nel pomeriggio di martedì 13 agosto l’ultimo saluto alla famiglia Pancheri, due anziani genitori uccisi dal figlio che poi si è tolto la vita. Monsignor Tisi cita le parole del Cantico dei cantici scelte per la liturgia (“Le grandi acque non possono spegnere l’amore, né i fiumi travolgerlo.”) prima di sottolineare come il “Dio di Gesù Cristo, Misericordia senza fine, prende per mano Giampietro, Adriana e David per portarli nel suo riposo”.
“Accostando, in punta di piedi, assieme a Gesù Crocifisso il tormento di David, causa scatenante del suo tragico gesto, le uniche parole che escono dalla mia bocca sono compassione e misericordia. Il Dio di Nazareth raccoglie lui, il papà Giampietro e la mamma Adriana nell’abbraccio del suo Amore. Questa tragedia, con il suo carico di domande senza risposta, chiede urgentemente – ha aggiunto l’Arcivescovo di Trento – di non fermarsi sulla soglia, ma di provare a far spazio all’altro con il suo carico di mistero. Non ci sono alternative all’incontro per liberare la forza della vita e metterla al riparo dal rischio di tragiche derive. In quest’ora, mentre sperimentiamo la debolezza delle nostre parole, è provvidenziale frequentare la Parola Nuova tratteggiata nel Volto di Gesù Di Nazareth. Come i discepoli di Emmaus, anche noi Signore ti preghiamo: “Resta con noi perché si fa sera”, ha concluso Tisi.
Foto: Romano Magrone
TESTO INTEGRALE OMELIA ALLEGATO