Sono circa 150 i capi scout del Trentino Alto Adige che, fino al 25 agosto, partecipano a Verona alla Route nazionale delle Comunità capi dell’Agesci, che vede riunite nella città scaligera non meno di 18 mila rappresentanti di tutto il territorio italiano. Insieme si confronteranno, il stile laboratoriale e giocoso su tema della felicità, su come far crescere generazioni di felicità, persone felici. “Siate costruttori di fraternità e speranza”, è il messaggio inviato dal presidente Sergio Mattarella.
La felicità in 8 piste
A Verona i capi declineranno il tema della felicità “attraverso 8 piste che – spiegano Roberta Vincini e Francesco Scoppola, presidenti del Comitato nazionale Agesci – vogliono tracciare prospettive di vita, non solo dell’associazione. Parlare di pace, di speranza, di generatività, di un mondo nuovo e di un futuro migliore, ci aiuterà ad essere ‘abitanti dei territori e del mondo’. E lo facciamo come ci chiede il metodo scout: rimboccandoci le maniche e cercando di incidere nella società, nella Chiesa, in un’epoca in cui il cambiamento è molto veloce”.
In tanti dal Trentino Alto Adige
Dal Trentino Alto Adige arriva un’adesione numericamente importante, forse facilitata dalla vicinanza territoriale, che è anche il segno – sottolinea il settimanale Vita Trentina – dell’entusiasmo e della vivacità che lo scoutismo regionale continua ad esprimere. ”Praticamente tutti i gruppi della regione hanno aderito, ognuno con delegazioni più o meno corpose, a seconda della realtà. Ma la proposta che l’Agesci nazionale ha fatto a tutte le Comunità capi d’Italia, in Trentino Alto Adige è stata accolta molto positivamente”, racconta Andrea Brandalise, responsabile di zona del Trentino Alto Adige, assieme a Laura a Beccara.
Opportunità di crescita
“Ci aspettiamo – aggiunge Brandalise – di portare a casa tanto entusiasmo: al di là della componente più impegnativa e faticosa, come l’organizzazione logistica e la complessità del tenere insieme tante persone in un unico posto, portare in uno spazio comune migliaia di educatori che si possono confrontare è un’opportunità di crescita e di entusiasmo, e anche una risposta a lungo termine che proviamo a dare dopo il periodo del Covid: da quel momento più negativo, in cui gli educatori hanno dovuto mettersi in gioco e cercare di inventarsi nuove strade per tenere insieme i ragazzi, stimolare il loro entusiasmo e trovare nuove formule”, spiega Brandalise.
(Intervista completa su Vita Trentina)