La mancata processione per le vie cittadine e la capienza ridotta della cattedrale, conseguenze dell’emergenza sanitaria, non hanno reso meno solenne la festa della Chiesa trentina per il patrono San Vigilio, trasmessa in diretta TV (a reti unificate sulle emittenti locali) e in streaming web (RIVEDI). In Duomo l’arcivescovo Lauro Tisi ha presieduto il pontificale, concelebrato dell’arcivescovo emerito Luigi Bressan, con i vicari, i canonici e diversi sacerdoti che ricordano quest’anno importanti anniversari di ordinazione.
Nell’omelia, prendendo a prestito una frase di Alcide De Gasperi, don Lauro proclama “Non abbiamo diritto di disperare”. Non lo consentono secondo Tisi i segni di “dedizione e di vita offerta” visti in questi mesi, le “lacrime versate”, l'”ansia di relazione”, l'”icona stessa di Vigilio che veglia sulle ceneri dei tre martiri “riconoscendo in esse – rammenta Tisi – non i segni della fine ma un nuovo inizio, un’esplosione di primavera, l’humus che ha offerto un nutrimento inesauribile alle radici della nostra Chiesa”. “Mi auguro che le ‘ceneri’ di questi mesi siano un nuovo inizio per la nostra Chiesa, che questi segni di Pasqua possano far dire oggi che possiamo sperare”.
“Per camminare al passo della speranza – argomenta l’Arcivescovo – abbiamo a disposizione il capolavoro di umiltà di Gesù” e la sua vita non scolpita in solitudine, ma alla ricerca continua di “compagni di viaggio, ai quali insegnare la bellezza della fraternità”.
“La prova dell’umiltà è nell’attitudine a collaborare con gli altri, a camminare e faticare insieme. Chiediamo, con l’intercessione di Vigilio, per ognuno di noi e per la nostra Chiesa, il dono dell’umiltà”. Umiltà anche nell’uso di “parole sobrie, delicate, non arroganti”.
“All’origine della nostra Chiesa – sottolinea don Lauro – ci sono Vigilio e i tre martiri: non un vescovo solitario, ma un gruppo che sogna insieme”.
L’Arcivescovo invoca l’intercessione presso Dio del patrono per concretizzare alcuni sogni: una “Chiesa che ascolta il grido dei poveri”, che “guarda con simpatia i giovani, senza giudizio”, una “Chiesa che custodisce i propri anziani”.
Don Lauro prega anche per il dono di nuove vocazioni alla vita presbiterale, religiosa e missionaria e poi, parlando a braccio, si accalora: “San Vigilio – aggiunge a braccio don Lauro – risveglia la passione, l’entusiasmo, la passione per Gesù di Nazareth, interpretazione della vita spendibile anche per non credenti. Potrebbe essere la base su cui ricostruire l’umanità”
In conclusione l’invito a legare “sempre più il nostro cuore a Sanzeno, per contemplare, assieme a Vigilio, la forza umile di quelle ceneri. Meraviglia d’amore che è all’origine della nostra Chiesa”.
Nel corso della celebrazione si è rinnovato da parte del sindaco Alessandro Andreatta il dono dell’olio che alimenta le lampade davanti all’urna con le reliquie di San Vigilio.
Al termine della Messa è stato benedetto e distribuito ai presenti il tradizionale pane di san Vigilio. Don Lauro ha presentato anche la sua Lettera alla comunità #noirestiamovulnerabili: “Il mio intento è alimentare la speranza e creare un dialogo tra la nostra Chiesa e gli uomini e le donne di buona volontà: un’alleanza per costruire sulle ceneri di questa pandemia un nuovo inizio”.
QUI e in allegato testo omelia