Consueto scambio di auguri natalizi, nella mattinata di mercoledì 18 dicembre, al Vigilianum, per il personale dell’Arcidiocesi di Trento e degli Enti afferenti, con la riflessione dell’arcivescovo Lauro, incorniciata dagli spunti poetici a tema (tratti da Stevenson e Rodari) offerti dal vicario don Marco Saiani. Don Lauro, citando il profeta Isaia, ha invitato a riappropriarsi delle dimensioni del sogno e della bellezza, riconducendole ad esempi concreti da lui incontrati negli ultimi giorni: la spontaneità dei ragazzi dell’Anffas e l’umanità dei carcerati, “ambiente dove ogni volta si impara molto”, ammette l’Arcivescovo.
Dopo aver individuato nella “parola” l’elemento distintivo dell’uomo, rispetto ad animali e piante, don Lauro ha riletto il Natale come il “Dio bambino che accetta di ricevere da altri la parola e si lascia educare a parlare”. “Dio – ha aggiunto – ha preso la parola e le ha dato il suo timbro: un amore che non dice mai basta”. “Il Natale sia occasione per parlare con voi stessi, fare festa e sentire che Dio fa festa con voi”, l’augurio conclusivo di monsignor Tisi.
Dall’aula magna al completo è poi scattato l’applauso per Giorgio Vichi, addetto dei servizi interni che dopo dieci anni in Curia, a fine 2019 raggiunge la pensione. Per lui, dalle mani dell’Arcivescovo, un prestante binocolo, omaggio alla passione di Giorgio per la montagna e metafora di uno sguardo di lunga gittata per il suo futuro.