San Romedio, vescovo Lauro: “Prenditi il tempo e vivrai”

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Grande festa al santuario noneso; oltre mille al pellegrinaggio notturno

“Può stare con gli altri solo chi sa stare solo con se stesso”.  L’arcivescovo Lauro cita Dietrich Bonhoeffer nel  giorno della festa di San Romedio, nella Messa celebrata mercoledì 15 gennaio al santuario, finalmente innevato, in cima alla stretta gola nel cuore della Val di Non. Nel luogo dove Romedio, nobile originario di Thaur, si ritirò (probabilmente attorno all’anno 1000) a vita ascetica, si è vissuta anche quest’anno una grande dimostrazione di pietà popolare, anticipata dal pellegrinaggio notturno, alla vigilia della festa, con oltre mille persone, partite dalla basilica di Sanzeno (al culmine dei giorni del Perdòn di Sanzeno). Lungo il cammino, spunti di riflessione curati dal parroco di Sanzeno e rettore di San Romedio padre Giorgio Silvestrin,i con le parole di  papa Francesco e dell’Amoris Laetitia.

Nella Messa del mattino di festa, davanti a centinaia di fedeli stipati in ogni anfratto del suggestivo santuario, l’Arcivescovo sprona a seguire le orme di Romedio, esaltando quella “solitudine positiva che – ha spiegato – dice la nostra grandezza nel frequentare il profondo di sé, dove l’uomo può decidere di essere responsabile della propria vita”.  Don Lauro ha poi denunciato un'”emergenza tempo”. “Se non abbiamo mai tempo, – ha aggiunto – vuol dire che il tempo ha in mano noi… anche nella Chiesa c’è un’emergenza e tempo”. E ha concluso: “Prenditi il tempo e vivrai, lascia la presunzione di essere autosufficiente, abita la profondità, Abbandona l’illusione che la qualità della tua vita si misuri da quello che fai o hai”. La liturgia è stata animata dal Coro Pensionati Terza Sponda di Revò. Al termine il tradizionale “pasto del pellegrino” con le immancabili trippe (cinquecento porzioni) servite nella foresteria del santuario.