“Ripartiamo da Piné, sulle vie del perdono e del gratuito”. L’invito del vescovo Lauro ai volontari di Ospitalità Tridentina. Ricordate vittime del maltempo

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Nella conca della Comparsa di Piné, poco meno di duecento persone (nel pieno rispetto delle regole sanitarie) per l’appuntamento diocesano, venerdì 16 luglio, con la s. Messa-pellegrinaggio, dedicata soprattutto ai volontari di Ospitalità Tridentina sotto lo slogan “Ripartiamo da Piné”.

“Finalmente in presenza – sottolinea l’arcivescovo Lauro, accanto al delegato dell’area Testimonianza e Impegno Sociale don Cristiano Bettega e al rettore del santuario don Piero Rattin – anche se piove e sembra autunno, immagine di questo momento buio per la Chiesa e per la società… ma siamo qui per far decollare la speranza; come diceva il cardinale Martini, il peccato è mancanza di speranza”.
Nel commentare il brano di Isaia (“la mia giustizia sta per rivelarsi”) monsignor Tisi si sofferma sul termine “giustizia”, inteso solitamente “nel quadro dell’equità, in modo che nessuno venga danneggiato”. “Rispettare la giustizia vuol dire inoltre stare al proprio posto e tollerare idee diverse: cose grandi, indubbiamente”, nota don Lauro. “Ma la giustizia biblica – incalza monsignor Tisi – è follia ed esagerazione, nel morire innocente di un uomo che sceglie di esagerare nell’amore, di andare senza paracadute nel segno del dono di sé” dice richiamando il brano evangelico di Gesù che sulla croce affida sua Madre a Giovanni. Questa sera dobbiamo avere gli occhi giusti nel guardare la Chiesa che oggi ha più martiri che in tutta la storia, come ci ricorda papa Francesco”.
Il rischio è di considerarsi ai “titoli di coda”. “Ma lo Spirito abita la Chiesa!” ammonisce don Lauro invitando a scongiurare chi evoca un graduale dominio del maligno per stare invece “con gli occhi fissi, come Maria, su Gesù”.
“Sogniamo futuro, ma con gli occhi in avanti, non guardando all’indietro. Quando sperimentiamo le vie del perdono e del gratuito sperimentiamo che quella è la cosa giusta! Fate la cosa giusta, amate i vostri fratelli!”, conclude l’Arcivescovo rivolgendosi ai tanti fedeli raccolti sotto il tendone del santuario mariano più amato del Trentino.

Prima del Padre Nostro, il pensiero va alle vittime del maltempo in Germania e nel nord Europa e a tutti gli ammalati seguiti dai volontari di Ospitalità, nella speranza di poter riprendere presto i pellegrinaggi.
Proprio con il pensiero agli ammalati, al termine della celebrazione (ben animata dal coro di Santa Giuliana di Levico), il dono di un’immagine con una preghiera mariana, distribuita ai volontari per farsene a loro volta messaggeri a chi, più di altri, in questo momento sta soffrendo.

FOTO GIANNI ZOTTA