Quali comunità cristiane nel Trentino di domani? A confronto il Consiglio pastorale diocesano

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Come accompagnare le comunità cristiane di fronte al cambiamento in atto, per ridisegnarle in modo creativo e nella fedeltà al Vangelo? Se lo è chiesto il Consiglio pastorale diocesano (CPD), riunito a Trento in seminario sabato 15 giugno. Al centro del confronto il documento di sintesi delle riflessioni maturate nei mesi scorsi sul territorio, frutto del confronto nei comitati o consigli interparrocchiali e nei consigli unitari di zona. Tale documento individua alcuni punti chiave, tra i quali il CPD ritiene dominante quello d’apertura, su come cioè preparare e rendere partecipi le comunità che non si rendono pienamente conto della situazione.

La sfida, riconosce il CPD, è immaginare le comunità in una visione di prospettiva, senza tuttavia perdere mai di vista il senso ultimo di una fede vissuta a livello personale e collettivo.  “Abbiamo voglia di credere? Questo è l’interrogativo  chiave. Altrimenti corriamo Il rischio di riformare, ma senza vangelo”, ha sintetizzato la ricchezza dei contributi il vescovo Lauro, raccogliendo le provocazioni di molti interventi. Da essi è emersa anche una riflessione sul ruolo del prete (quale leadership?) alla luce del crescente carico pastorale, come confermano anche i prossimi avvicendamenti, e delle forme sperimentali di comunità presbiterali in atto e quelle prossime a partire. Al contempo, è stata ribadita la necessità di dare centralità alla formazione continua dei laici e ripensare le condizioni per un loro coinvolgimento attivo e responsabile.

Il CPD ha condiviso un obiettivo concreto immediato: preparare in modo adeguato le otto assemblee di zona, che saranno riproposte in autunno, per affidare ad esse il compito di delineare programmi concreti per provare a rigenerare una significativa presenza cristiana sul territorio.

I temi toccati sabato 15 saranno al centro anche  della riunione del Consiglio presbiterale in programma lunedì 17.