Inizia la Quaresima, tempo di conversione. Quale conversione? Ecco alcuni spunti di riflessione della pastorale sociale e del lavoro:
Papa Francesco, nella sua lettera apostolica Evangelii gaudium,
legge la realtà della persona di oggi con gli occhi della fede e ci fa comprendere che Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. Anche i credenti corrono questo rischio, certo e permanente. Molti vi cadono e si trasformano in persone risentite, scontente, senza vita. Questa non è la scelta di una vita degna e piena, questo non è il desiderio di Dio per noi, questa non è la vita nello Spirito che sgorga dal cuore di Cristo risorto. (n. 2)
Tutti noi ci accorgiamo quanto questo sia vero nell’esperienza che facciamo quotidianamente: atteggiamenti di crescente di permalosità in quanto si è persa la consapevolezza di sè; una sempre più grande suscettibilità dovuta al non accettare più un dialogo che faccia conoscere i propri sbagli e immaturità; un più vasto fastidio perché l’altro è colto come un peso, un ostacolo, un concorrente: tutto ciò porta ad un nervosismo sempre più presente.
Aumenta anche la ricerca dell’interesse personale perché non si fa più l’esperienza dell’essere amati e allora ci si pone in una relazione narcisistica che porta ad usare le altre persone come oggetti, in una mentalità dove tutto è dovuto.
In questo modo, si spreca la vita, si perde la pace del cuore, si vive con pensieri tristi, non si fa altro che lamentarsi, non esistono belle notizie, non si vede più il bello, il vero ed il buono.
La Quaresima è tempo opportuno e di grazia per convertirsi e passare:
dalla permalosità, all’acquisizione della consapevolezza di sé in uno stile che sa riconoscere le cose da migliorare per poter crescere e maturare costantemente;
dalla suscettibilità, all’imparare a ridere di se stessi, in un sano umorismo che rende la vita più gioiosa e serena;
dal fastidio, all’accoglienza dell’altro come fratello e sorella, dono della vita e di Dio, in una relazione che permette di valorizzare la propria vita e la diversità nella reciprocità;
dal nervosismo, all’acquisizione del giusto valore del tempo, in una maggiore calma, che ti fa gustare il sapore della vita che è la bellezza di vivere assieme;
dalla ricerca del mero interesse personale, al raggiungimento del bene comune e reciproco.
dal tutto è dovuto, al vivere delle relazioni nelle quali il proprio diritto si coniuga con il dovere di giustizia e di uno stile di vita basato sul servizio.
Tutto questo, perché la beatitudine proposta dal Cristo
ci permetta di spendere la nostra vita in ciò che fa bene a noi e agli altri.