Presentata anche a Trento, al Vigilianum, giovedì 20 giugno nella Giornata mondiale del rifugiato, la ricerca nazionale sul volontariato all’interno della Caritas. Per la prima volta sono stati esposti i dati relativi ai volontari attivi nelle Diocesi e nelle parrocchie: sono oltre 80mila le persone che mettono a disposizione il proprio tempo per aiutare chi sta vivendo un momento di fragilità. All’incontro è intervenuto Walter Nanni, responsabile dell’Ufficio Studi Caritas Italiana.
“Grazie per quello che avete fatto, che fate e che farete”, ha detto ai tanti volontari presenti don Mauro Leonardelli, Delegato diocesano all’Area Testimonianze e impegno sociale, sottolineando come i dati raccolti siano testimonianza di speranza e di possibilità di cambiamento.
Walter Nanni ha poi messo in evidenza alcuni dati: il 50,4% dei volontari è impegnato nelle regioni del Nord Italia, mentre la restante metà si divide tra regioni del Centro e del Sud Italia. Un dato importante che Nanni ha sottolineato è l’età dei volontari: “Pensavamo che il numero dei volontari pensionati fosse più alto e quello degli studenti e lavoratori sotto i 35 anni fosse più basso, ma siamo rimasti stupiti”. Infatti il 16,3% dei volontari Caritas è under 35, mentre gli ultrasessantacinquenni sono il 38,3%. “Forse i giovani non sono così ‘sdraiati’ come spesso li descriviamo”.
A concludere l’incontro il vescovo Lauro Tisi che ha ripreso l’importante ruolo dei giovani all’interno non solo della Caritas, ma di tutta la Chiesa. “La domanda di spiritualità dei giovani è molto alta, il problema è forse l’inadeguatezza delle risposte”. Il vescovo ha terminato l’intervento ricordando l’importanza di cooperare e agire in gruppo, non come singolo: “Non cadiamo nel tranello di crederci onnipotenti e in grado di trovare da soli una soluzione a ogni problema, ma collaboriamo e costruiamo reti”.
È disponibile la registrazione dell’incontro:
