Intense giornate trentine per il Custode di Terra Santa padre Francesco Patton, intervenuto tra sabato 24 e lunedì 26 maggio rispettivamente alla Campana dei Caduti, al Festival dell’Economia e alla presentazione di un libro che lo vede tra i protagonisti. Occasioni preziose per rilanciare un forte appello all’impegno condiviso per la pace.
Alla Campana con i pellegrini di pace
Sabato Patton ha portato un saluto ai partecipanti alla marcia organizzata dall’Associazione Missioni francescane di Trento. Il ritrovo è avvenuto nel luogo in cui durante la Prima guerra mondiale correva la linea del fronte e dove oggi si trova la grande Campana dei caduti, realizzata 100 anni fa. “Porterò questa corda, simbolo della vostra marcia, a Gerusalemme, al Getsemani” ha detto il Custode, sottolineando una connessione tra i due luoghi: “La Chiesa delle Nazioni è simbolo dell’impegno per la pace dopo la Prima guerra mondiale, così come la Campana dei caduti di Rovereto è stata realizzata con il bronzo dei cannoni degli eserciti che si erano fronteggiati in quella guerra”.
L’evento – riferisce l’agenzia Agensir – era inserito nell’ambito della più ampia iniziativa “Steps for peace”, promossa dal movimento “Economy of Francesco”. Si tratta di una sorta di “pellegrinaggio a pezzi”: sommando i passi di tutti i partecipanti si vuole idealmente coprire la distanza tra Assisi e Gerusalemme (quasi quattromila chilometri), in ricordo del viaggio compiuto 800 anni fa da San Francesco, che, disarmato, arrivò alle porte del Cairo per incontrare il sultano Malik al-Kamil. “Vi ringrazio per la vostra testimonianza”, ha aggiunto Patton. “I vostri passi, uniti a quelli di tutti coloro che cammineranno in nome della pace in tutto il mondo, rappresentano un’indicazione e un impegno contro ogni guerra. Anche quando questo sembra un percorso difficile, proibitivo”. La Campana dei caduti ogni sera, alle 21.30, con cento rintocchi, ricorda tutte le vittime della guerra e richiama all’impegno per la pace.
Al Festival Economia su Intelligenza Artificiale
Padre Francesco Patton è intervenuto anche alla 19ª edizione del Festival dell’economia, prendendo parte a una tavola rotonda su guerre, crisi climatica, transizione ecologica e sull’impatto dell’intelligenza artificiale sul futuro delle persone, del lavoro, delle comunità, delle democrazie. Il custode – come riferisce anche il sito della Custodia di Terra Santa – ha messo in guardia dal rischio che questi nuovi strumenti diventino “dominanti in campi come quello militare, della giustizia, fino a quello dell’informazione”. Dal custode è giunto anche un monito a non fidarsi delle notizie di seconda o terza fonte, ma di “consumare le suole delle scarpe, di andare sul campo, di incontrare le persone, di respirare le atmosfere per capire e comprendere ciò che si vuole raccontare”. In questo senso, ha concluso fra Patton, “le macchine non potranno mai sostituire il lavoro del giornalista, al quale però si richiede un surplus di studio, formazione, di capacità critica, di coscienza personale ed etica professionale e civile”.
Il libro i volti della fede
La testimonianza di padre Patton è risuonata infine a Trento, nella mattinata di lunedì 27 maggio, nel foyer della sala inCooperazione, in occasione della presentazione del volume ‘I volti della fede’ scritto da Rocco Corone e Giancarlo Rudari, con gli scatti fotografici di Matteo Festi (ed. La Grafica – Mori). Un testo nato per dare rilievo a undici testimoni della fede, scritto durante la pandemia, quando i religiosi sono stati collanti della società al pari di medici e infermieri per tantissime persone, come ha ricordato Cerone.
Uno dei protagonisti del progetto editoriale è stato proprio Patton, che nel corso della presentazione ha testimoniato il dramma di molti cristiani che vivono in Medioriente e che sono tentati di migrare in terre dove c’è pace. «Le guerre – ha detto – hanno causato grandi migrazioni religiose: In Iraq, prima del conflitto, c’erano 1,5 milioni di cristiani, oggi sono 300 mila. In Siria si è passati da 2,2 milioni a 500 mila. A Gaza ne sono rimasti 999, di cui un centinaio cattolici e gli altri ortodossi. Circa 40 di questi sono stati uccisi da cecchini, bombe, malattie o dall’impossibilità di accedere a semplici cure. Lì stiamo facendo un grande lavoro per mantenere accesa la speranza delle 500 persone che hanno trovato riparo e accoglienza nella parrocchia. Non solo cristiani cattolici, ma anche ortodossi e alcuni disabili musulmani. Tra quelle mura vivono liberi dal virus dell’odio, senza desiderio di vendetta ma solo di pace».
Le testimonianze degli undici “volti della fede” accompagnano il lettore tra testi e immagini che consentono di immergersi in percorsi umani straordinari.
Le esperienze raccontate, oltre a quella di Patton, sono quelle di: Giancarlo Maria Bregantini, l’arcivescovo stimmatino, prete operaio antimafia, dalla Locride a Campobasso Bojano; Livio Passalacqua, il gesuita fondatore di Villa Sant’Ignazio a Trento; Alex Zanotelli, il profeto comboniano della non violenza: da Koroghoho al quartiere Sanità di Napoli; Gabriele Ferrari, il missionario saveriano, una vita in Burundi; Gianni Tomasi, il fondatore della Piccola Fraternità di Gesù a Pian del Levro; Marcello Farina, il prete filosofo di Balbido, seminatore di inquietudini; Franco Pedrini, il “sindaco” di Canova di Gardolo; Bruno Tomasi, l’alchimista della fede, parroco in quattordici chiese della Val di Cembra; Daniele Laghi, “DonDany80”, il parroco più social del Trentino; Lino Zatelli, il parroco pellegrino di San Carlo Borromeo di Trento.
FOTO: GIANNI ZOTTA/VITA TRENTINA