È iniziato domenica 28 luglio il pellegrinaggio che coinvolge quaranta giovani trentini tra i 17 e i 30 anni che hanno deciso di mettersi in viaggio “Oltre i confini”. Una settimana in cui al centro ci sarà il dialogo sui temi della giustizia e della pace sulle tracce della rotta balcanica, tra passato e presente, conflitti e migrazioni. Un’esperienza che porterà i giovani a superare i confini, non solo geografici dell’Italia, ma anche quelli interiori e personali, perché, come ha affermato il delegato dell’area annuncio, don Mattia Vanzo: “Si parla spesso di confini, tra le nazioni e le persone, ma questo viaggio sarà un’occasione di incontro e di scambio”. A camminare e dialogare insieme ai giovani ci sarà anche il vescovo Lauro.
I giovani ogni giorno entreranno in relazione con realtà e testimonianze diverse, sia a Trieste, dove alloggiano, che in altri centri della zona, e avranno il tempo per riflessioni personali e momenti dedicati al confronto.
OLTRE
Durante la mattinata i giovani hanno visitato la Risiera di San Sabba, l'unico campo di concentramento in Italia. Un'esperienza che i giovani hanno rielaborato nel pomeriggio: “Nessun uomo è da cancellare, - ha commentato il vescovo Lauro - ogni nome è inciso sul palmo della mano di Dio. Durante un viaggio ci si diverte, si scoprono cose nuove, si vivono esperienze differenti o si incrocia lo sguardo di qualche sconosciuto. Più difficile invece riuscire ad elaborare e mettere in ordine quanto provato e vissuto". Tisi ha poi concluso: "Certi viaggi lasciano proprio un senso di “caos”, eppure sono proprio questo senso di disorientamento e queste emozioni a ricordarci che non siamo soli".
Anche in questo viaggio, i giovani hanno vissuto sulla propria pelle che non sono soli, accanto hanno qualcuno con cui poter condividere anche solo una parola, vicino a loro c’è un Dio su cui possono sempre contare.
“Relazionarsi è bello, - afferma il Vescovo - ma può essere una cosa difficile, ma quante soddisfazioni da. Stare con gli altri è una sorpresa continua”
Che questo viaggio non sia solo una breve parentesi di quest’estate; ma una tappa, un’esperienza, un germoglio che possa fiorire e accompagnarli per il resto della vita.
INCONTRO
Giornata dedicata al servizio e all’incontro con il più bisognoso. Durante la mattinata i giovani hanno aiutato i volontari del magazzino Caritas di Trieste. “Voi giovani - ha detto il vescovo Lauro - siete spesso etichettati dagli adulti come pigri, troppo assorbiti dai social. Se ho scelto di venire con voi in viaggio, è perché mi piace stare con voi, siete maestri, veri. Vedervi donare il vostro tempo e voi stessi stamattina alla Caritas è stato proprio bello”.
Nel pomeriggio hanno invece incontrato Katarina Modic, Vice-Direttrice e Responsabile Area Accoglienza della Caritas di Trieste: “Il nostro lavoro è al 90% incontrare l’altro, relazionarsi con il prossimo. Non ci limitiamo a dare un tetto a una persona senza dimora o del cibo a chi non se lo può permettere, ma il nostro obiettivo è accompagnare, sostenere. È il lavoro più bello del mondo, è uno scambio continuo, una scoperta continua!”
DIALOGO
Durante la mattinata di oggi i giovani hanno visitato tre luoghi di culto differenti: la Sinagoga di Trieste, la chiesa serbo-ortodossa e la chiesa greco-ortodossa, queste ultime due in continuo scambio, testimonianza che il dialogo può realizzarsi anche attraverso la fede.
“Si pensa - ha condiviso il Vescovo con il gruppo - che dove ci sono tante diversità sia impossibile esserci unità, ma è dove c’è diversità che c’è incontro! L’abbiamo visto anche con le ultime elezioni di questi anni, dove il pensiero unico sposta masse da destra a sinistra. A proprio piacimento. Un metodo per l’unità è vedere cosa c’è di diverso e bello nell’altro. Abbiate la forza - ha concluso Tisi - di uscire dai vostri confini per vedere cosa c’è di bello nel prossimo!”
Nel pomeriggio i giovani hanno avuto modo di approfondire il tema della fede, del dialogo e dei confini grazie al Vescovo di Trieste Enrico Trevisi. “Se la fede non cresce con te troverai sempre qualcosa di inadeguato. La fede è un cammino continuo, non è una soluzione immediata a tutti i problemi”.
PROSPETTIVE
Il terzo giorno è iniziato al Santuario mariano di Monte Grisa, la vista dall’alto ha permesso ai giovani di osservare Trieste in tutta la sua bellezza e interezza e sfruttare questo momento per prendere “le distanze” da loro stessi e guardarsi nella propria totalità. Per scoprire chi siamo bisogna trovare il coraggio di allontanarsi da sé e dalle nostre convinzioni. Mettendosi nei panni di persone amiche o familiari, hanno provato a guardarsi da un altro punto di vista, così da riuscire a percepire tutti i propri dettagli, anche quelli un po’ più scomodi.
Seconda tappa della giornata è stata la visita al Sacrario Redipuglia. Davanti a quella distesa di nomi di soldati deceduti durante la Grande Guerra il Vescovo Lauro ha ricordato che “Gesù non dà la morte, ma muore per noi. La croce la porta lui. Il nostro Dio non ci chiederà mai di morire per lui, ma è lui che si mette in croce per noi”.
Il pomeriggio è stato dedicato alla scoperta di Gorizia e Nova Gorica (Slovenia). Con l’aiuto di don Nicola, responsabile della pastorale giovanile, i giovani trentini hanno potuto toccare con mano cosa significa vivere la propria vita, e la propria fede, in una terra di confine.
VIAGGIO
Il secondo giorno ha portato i giovani a conoscere la figura di Beato Francesco Bonifacio, martire della seconda guerra mondiale. Il gruppo ha percorso un cammino arrivando a toccare Slovenia e Croazia. Grazie alla guida, Erik, i ragazzi e le ragazze hanno appreso la storia di questa terra di confine, che nel secolo scorso ha conosciuto il dolore di una guerra.
È stata anche una giornata di deserto, una mattinata dedicata al cammino e alla riflessione personale: “Il deserto - dice il vescovo Lauro - è ciò che descrive in miglior modo l’esperienza della vita. Nel deserto c’è caldo di giorno e freddo di notte, ci sono oasi e miraggi, ci sono carovane e poi nessuno per chilometri. La nostra vita è fatta così, di opposti, di dimensioni che sembrano scontrarsi, ma va bene così, quello che vivrete voi nel deserto, l’ha vissuto pure Gesù!" Tisi ha poi concluso: "Siate contenti di ciò che uscirà fuori, perché anche Gesù l’ha vissuto!”
E dopo una giornata calda e carica di emozioni il gruppo trentino, prima di tornare a Trieste, si è concesso un bagno al mare nella città slovena di Piran.
RADICI
La prima tappa è stata Aquileia con la sua Basilica e i suoi mosaici floreali. Nel Nuovo Testamento, il simbolo della vite è caro all'evangelista Giovanni. Noi tutti siamo paragonati a viti, viti che se vivono unite in Cristo, godono della vita piena e portano frutti (Gv 15, 1-7). Come ogni albero ha radici, un tronco e rami, così anche noi siamo un intreccio di relazioni, memorie, luoghi o eventi che ci hanno portato ad essere quello che siamo oggi. Nel pomeriggio i giovani hanno così potuto riflettere sulle proprie radici, sulle persone importanti incontrate, sugli eventi importanti vissuti e sulle esperienze che hanno segnato la loro vita.
“È bello sentirvi mentre vi presentate e descrivete - ha affermato durante la Messa il vescovo Lauro - qui c’è tanta ricchezza, positività, c’è tanto bene. Il Vangelo della moltiplicazione dei pani e pesci non parla di moltiplicazione, ma di divisione! Oggigiorno manca la condivisione, Dio ci chiede di dividere, spartire ciò che abbiamo con il prossimo". Il vescovo ha concluso l'omelia con un augurio ai giovani “Vi auguro che questi giorni siano per tutti voi occasione di incontro”.