“La Parola di Dio ci invita di nuovo a contemplare, a far nostra, la grande notizia che Dio si è fatto uomo, che si è fatto Parola con la sua vita. Gesù è stato Parola soprattutto con la sua vita, prima ancora che con le parole. Diventiamo anche noi una parola buona per le persone con cui viviamo e che incontriamo“: ha iniziato così la messa della Seconda Domenica di Natale, con queste parole, il vescovo Lauro, in cattedrale a Trento.
Un pensiero, sempre in principio, per la situazione attuale che il Trentino sta affrontando per l’emergenza sanitaria: “Ricordiamo ancora chi sta soffrendo e i tanti morti di Covid, più di mille, un numero impressionante. Dietro ognuno di loro c’è una storia, una vita: la loro partenza ha lasciato dolore e sofferenza. A tutte queste famiglie che hanno conosciuto la morte, la mia preghiera e la mia vicinanza“.
Commentando le Scritture della domenica, che ripropongono il brano evangelico letto anche il giorno di Natale, l’arcivescovo spiega che “Dio abita con gli uomini, ha piantato la sua tenda in mezzo agli uomini. Dio è la vita degli uomini. Il Dio di Israele ha le radici dentro la vita. Chi vuol fare esperienza di Dio deve essere amico della vita: non ci può essere cristiano che disprezza la vita, il creato, l’umano e le sue relazioni, i suoi colori. Non spaventiamoci per le ombre perché Dio abita anche quelle. Non siamo “sbagliati”, perché siamo figli di Dio, che non caccia i suoi figli e quelli che sbagliano li ama ancora di più. Chi ama Dio, ama anche suo fratello. Il Verbo si è fatto come noi, perché noi diventiamo capaci di amare come lui. Siamo passati dalla morte alla vita perché amiamo i fratelli”.