Il Natale come “opportunità di venire a conoscere la vita di Dio: ovvero alzarsi al mattino e aver voglia di regalare la propria vita a qualcuno”. È il cuore dell’augurio dell’arcivescovo Lauro ai collaboratori di Arcidiocesi e degli Enti afferenti in vista della prossime feste natalizie.
Al polo culturale Vigilianum, lunedì 19 dicembre, monsignor Tisi, affiancato dal vicario generale don Claudio Ferrari riprende il Vangelo domenicale della vocazione di Giuseppe, disposto a lasciarsi avvolgere dallo Spirito Santo, “cioè – spiega don Lauro – dalla vita di Dio. Vuol dire – la concretizza l’Arcivescovo – pensare che se non trovo un volto a cui regalare me stesso, quel giorno è impoverito. Significa dire ‘comunque vada oggi è un bel giorno’ ed essere così irriducibili nella speranza”.
“Nei nostri sogni, sotto-traccia, c’è nostalgia della vita di Dio. Ognuno – ribadisce monsignor Tisi – sogna di incontrare volti sorridenti, di essere perdonato, voluto bene per quello che è e non per quello che gli altri vogliono che sia. Ecco perché, grazie al Natale, la vita di Dio è più vicina a noi di quanto pensiamo. Un Dio credibile perché si rivela non teoria ma relazione”. E, come tale, consente di coglierne la presenza anche nelle pieghe di una realtà piena di contraddizioni: “Il Regno viene anche sotto le bombe”, assicura don Lauro riportando l’eco dei confortanti incontri avuti con i detenuti del carcere di Trento, all’hospice tra i malati terminali, in una casa di riposo piuttosto che in una scuola materna. “Chiediamo a Dio – è l’augurio finale dell’Arcivescovo ai collaboratori – di saper riconoscere il Regno, per assaporare già oggi un pezzo di paradiso”.