Natale, gli auguri del vescovo Lauro ai dipendenti delle strutture diocesane: “Prendete in mano il bene che vi abita. Passiamo dal guardarci le spalle al guardarci negli occhi!”

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“Prendete in mano il bene che vi abita. Ognuno di voi è parte di un tesoro da mettere a disposizione e scrive pagine di vita”. Davvero ricchi di stimoli gli auguri di Natale dell’arcivescovo Lauro Tisi ai dipendenti di Arcidiocesi e degli Enti diocesani, nuovamente in presenza (pur distanziati) nell’aula magna dell’Arcivescovile nella mattinata di lunedì 20 dicembre. In sala anche l’arcivescovo emerito Luigi Bressan.

La mistica dell’incontro 

Don Lauro – introdotto dal vicario generale don Marco Saiani – ricorda il suo recente incontro in carcere per la Messa natalizia e la richiesta dei detenuti di poter “avere in dono un sorriso”. Commentando poi il Vangelo domenicale della visita di Maria ad Elisabetta e citando la “mistica dell’incontro” di papa Francesco, monsignor Tisi sottolinea come una vita autentica sia tenuta in piedi dagli incontri, nonostante il rischio di delusione che spesso s’accompagna alle relazioni. Don Lauro invita a “non rinunciare alla possibilità di investire nell’incontro, anche quando si avverte la stanchezza e la voglia di alzare bandiera bianca”, perché “a tirare i remi in barca, incappi nella ferita più terribile: la solitudine“.

Testimoni 

Tra i recenti incontri personali che l’hanno particolarmente segnato, don Lauro ricorda la testimonianza di Flavio Berloffa, scomparso a soli 65 anni, e di due preti, già missionari, ora ospiti alla Casa del Clero: don Beppino Beber e don Carlo Mottes. Tre storie che raccontano la bellezza e la pienezza di una vita di fede, “segno che Dio – sottolinea l’Arcivescovo – cammina con noi ed è più forte delle nostre ferite”.

Cambio di prospettiva 

Quindi la rassicurazione a tutti i collaboratori, ricordando, oltre l’impegno lavorativo, anche la loro vocazione familiare: “Spesso è più facile vedere il negativo, ma c’è molto più positivo nelle nostre vite di quanto pensiamo. Riconciliamoci con il bene che ci abita”. Infine una provocazione legata alla cultura digitale e al potere degli algoritmi che orientano in modo determinante la nostra vita online. “La libertà è figlia dell’incontro ed esso è spazio di vita in cui possiamo scegliere il viaggio verso l’altro. Passiamo dal guardarci le spalle al guardarci negli occhi! Buon Natale!”.