“Piegando le ginocchia davanti al Padre, chiedo con tutti voi che questi eventi tragici siano per noi la provocazione a cambiare rotta e uscire dalla logiche solitarie che ci fanno muovere senza gli altri o contro gli altri”. Nel primo giorno di Quaresima, dedicato, su invito del Papa, alla preghiera e al digiuno per la pace in Ucraina e nel mondo, l’arcivescovo Lauro guida la s. Messa in Cattedrale con il rito dell’imposizione delle ceneri. Davanti a molte rappresentanti della comunità ucraina, l’Arcivescovo chiede di cogliere “il dolore e il dramma che le abita: non possiamo nemmeno immaginare – aggiunge don Lauro – cosa ci sia nel cuore di queste nostre sorelle che hanno a casa i loro familiari in preda alle bombe alla guerra alla violenza”.
Lasciatevi riconciliare con Dio
Nell’omelia, monsignor Tisi rilancia l’invocazione di Paolo – “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio” – e ricorda come “da queste ore drammatiche stia arrivando ancora una volta l’appello a percepirsi un corpo solo, un’unica umanità. Un discepolo che si pensa senza il noi, non è un discepolo”. Cita anche l’apostolo Giacomo, quando scrive, a proposito dell’origine delle guerre e delle liti: Non riuscite a possedere; uccidete, combattete e fate guerra. “Queste parole – commenta don Lauro -, assieme al Cammino sinodale, che da oggi nella nostra Chiesa entra nel vivo, sono un appello pressante rivolto alle nostre comunità affinché non accolgano invano l’invito a lasciarsi riconciliare con Dio”.
“Nelle comunità entri la storia degli uomini e la questione della pace”
Alla comunità cristiane è chiesto secondo monsignor Tisi di “abbandonare uno stile di vita che le porta ad essere concentrate su se stesse, senza schiodarsi dalla sacrestie e dal tempio: dobbiamo fare entrare nella nostra comunità la storia degli uomini e la questione della pace come decisiva!“. “Dove siamo stati in questi anni – si interroga l’Arcivescovo – sul fronte del promuovere la pace, del lavorare per la coesione anche dentro la Chiesa, spesso luogo di conflitto?”.
“Comunità e liturgie spesso sono senza Dio”
L’Arcivescovo alza ulteriormente il tono auspicando una Chiesa “umile”: “spesso le nostre comunità – denuncia – sono senza Dio, vi sono liturgie dove Dio è in disparte e va avanti il nostro protagonismo, le nostre ritualità“. Infine, guardando ancora alle donne dell’Ucraina, l’auspicio di una Chiesa con il “volto di madre” capace di “esporsi per i propri figli, Chiesa che abbraccia, incoraggia, sostiene”. “Chi non ama – conclude l’Arcivescovo – non conosce Dio: è un ateo, un pagano, un bestemmiatore“.
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