« Tu chi sei?» è la domanda che Gesù si sente rivolgere dai farisei, come racconta Giovanni nel Vangelo di oggi.
«Tu chi sei?», quante volte anche noi abbiamo ripetuto questa domanda o ce la siamo sentita rivolgere. Spesso non in modo positivo, poiché suona più come «chi ti credi di essere».
Ecco, oggi questa domanda la sento rivolta principalmente a me, ad ognuno di noi: chi sei? Chi siamo?
In molte occasioni a questo rispondevamo con ciò che facevamo o avevamo fatto o stavamo per fare: io sono quello che… ho fatto… sono stato… lavoro come… ho esperienza di… e così via.
Ma oggi, visto che la maggior parte di noi è costretta a casa, chi siamo?
Siamo quel padre, quella madre che hanno paura per i propri figli, per i genitori anziani. Siamo coloro che temono per il lavoro che non si sa come sarà e se ci sarà. Siamo quell’imprenditore/trice che cerca in tutti i modi di stare in piedi; siamo quei ragazzi che cercano di seguire le lezioni via streaming. Siamo quell’anziano che guarda dalla finestra per vedere qualcuno e aspetta pazientemente la spesa o le medicine; siamo quella persona stesa su un letto d’ospedale; siamo quell’operatore sanitario che cerca di fare l’impossibile e poi torna a casa con tutto il carico di fatiche e passioni, e cerca un angolo di pace e riposo. Siamo quelle famiglie dove purtroppo è entrata la morte e la sofferenza. Siamo quelle case troppo strette per viverci tutti. Ma siamo anche i sorrisi che ci scambiamo, siamo quell’arcobaleno appeso alla finestra, siamo quelle mani che cercano di aiutare chi ci sta accanto, siamo i cuori che riscoprono l’amore e la bellezza di stare con l’altro/a, siamo quei papà e quelle mamme che diventano supereroi per aiutare i figli, e chi sta attorno, per vivere al meglio questa situazione. «Colui che mi ha mandato è con me, non mi ha lasciato solo»: ecco, questo è Gesù, la forza che ci dice: tu sei bello, tu sei bella, e io ti voglio bene, non siete mai soli.