S. Messa conclusiva, al santuario di Lourdes, nella mattinata di lunedì 3 settembre, per i 250 fedeli trentini che hanno preso parte al 100° pellegrinaggio diocesano organizzato da Ospitalità Tridentina. L’arcivescovo Lauro ha centrato l’omelia sul tema della memoria, partendo da chi, soprattutto gli anziani, ne vive l’inesorabile declino, arrivando a non riconoscere più le persone amate. “L’uomo non può vivere senza memoria, perde la coscienza di sé e la gioia di vivere. Ma anche se un popolo perde la memoria – ed è quanto, ha fatto intendere Tisi, sta avvenendo oggi – è un “popolo finito, perché non è più capace di dire quel “grazie” che riconosce la presenza di una vita fuori di me”. “Siamo abituati – ha aggiunto l’Arcivescovo – a consumare presente, a non avere nessuno alle spalle e nessuno davanti, ad avere come punto di riferimento solo noi stessi”.
Nel corso della liturgia sono state ricordate, come da tradizione a Lourdes, le coppie di pellegrini – una ventina – che festeggiano significativi anniversari di matrimonio: da chi traguarda i 25 anni, fino a chi conta 55 anni di vita insieme. Il vescovo ha donato loro un cero, oltre al “grazie” per la testimonianza di fedeltà: “Fare memoria del vostro matrimonio – ha detto loro – significa riconoscere anche un percorso di fatica, nella certezza però che tutto è storia amata. Sulla faglia delle ferite avete scritto il meglio di voi, perché sposarsi nel Signore è immergere la storia nella misericordia di Dio che riscatta le ferite”.
Al termine della celebrazione l’Arcivescovo si è soffermato a dialogare con i fedeli, a cominciare dai giovani volontari, rispondendo alle loro domande, che hanno toccato vari temi: la sofferenza, la volontà di Dio, le famiglie ferite e la crisi delle vocazioni. Un’ora di dialogo schietto e intenso, prima del pranzo finale e della partenza dei pellegrini in aereo alla volta dell’Italia. L’arrivo in Trentino è previsto nella serata di oggi.