L’olio di Capaci donato al vescovo Lauro da Questore e Commissario del Governo. Simbolo della lotta alla mafia, sarà benedetto nella Messa crismale

bookmark

Il Questore di Trento Maurizio Improta e il Commissario del Governo Filippo Santarelli hanno fatto dono nella mattinata di mercoledì 22 marzo all’arcivescovo Lauro Tisi, nella sede della Questura di Trento in viale Verona, di un’ampolla con l’olio ricavato dagli alberi di olivo piantumati a Capaci, in Sicilia, vicino al luogo dove trent’anni fa furono uccisi i magistrati Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo con gli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro. L’iniziativa – ha spiegato a monsignor Tisi il dottor Improta – è partita lo scorso anno dalla Sicilia e quest’anno coinvolge tutte le 106 sedi di Polizia in Italia, con il dono dell’olio ai rispettivi vescovi delle zone interessate.

L’arcivescovo Lauro ha accolto il dono, precisando che quest’olio andrà ad aggiungersi all’olio del Crisma che sarà benedetto in cattedrale nella Messa del mattino del Giovedì Santo, il prossimo 6 aprile. Il sacro Crisma sarà poi utilizzato per conferire il sacramento della Cresima e per le ordinazioni presbiterali.

Monsignor Tisi ha quindi ricordato, all’indomani della Giornata in ricordo delle vittime delle mafie (ieri 21 marzo), l’impegno delle forze dell’ordine a difesa della legalità e ha invocato, con la recita del Padre Nostro, la benedizione di Dio sui presenti, radunati nella mensa della Questura.

Nel terreno di Capaci, divenuto “Giardino della memoria” il 23 maggio del 2017, ogni olivo è dedicato a una persona delle istituzioni caduta per mano mafiosa. A curare il Giardino sono la moglie e i figli di Antonio Montinaro che hanno dato vita all’associazione “Quarto Savona Quindici”, il nome in codice usato per indicare la scorta di Falcone e la Fiat Croma blindata che il 23 maggio 1992 venne fatta saltare in aria allo svincolo di Capaci. Lo scorso anno l’olio venne donato ai vescovi della Sicilia.

Quest’anno, d’intesa con il presidente della Conferenza Episcopale Italiana card. Zuppi, l’iniziativa è stata estesa a tutta Italia: un richiamo forte a far crescere una coscienza collettiva capace di opporsi a ogni prassi o mentalità mafiosa, che spesso rischia di infiltrarsi in modo subdolo anche in contesti sociali ed economici solo apparentemente immuni.