“Se può contare su laici così, la Chiesa di Trento ha un futuro!”. Fin dalla preghiera introduttiva, animata dalle parrocchie di Moena e Predazzo, l’Arcivescovo Lauro ha aperto questa mattina (12 ottobre) a sorpresa l’Assemblea zonale di Fiemme Fassa esprimendo riconoscenza verso il gruppo di lavoro che lo ha invitato a “raccogliere il guanto” delle principali sfide pastorali presentate durante la mattinata. Un lavoro che ora proseguirà – ecco il primo frutto del’Assemblea – con la decisione di costituire formalmente fin da novembre un Consiglio di Zona pastorale per proseguire quel discernimento che – come ha detto don Albino Dell’Eva, vicario di Zona pastorale, “ci porta capire quale direzione prendere, evitando di sentirci disorientati o di correre invano”.
Quali sono le sfide per le valli dell’Avisio? Le hanno indicate i laici alternatisi all’oratorio di Moena, su invito di Loris e Giuseppina, proponendo essenziali e dirette priorità – alcune illustrate da efficaci vignette o immagini simboliche – poi arricchite anche dagli interventi spontanei.
Difficile fare una graduatoria, ma una prima consapevolezza è che i decanati sono stati archiviati e che ora si cammina verso una maggiore fraternità ecclesiale, anche di zona in due valli “così simili per tanti aspetti ma anche così diverse”.
Alcune azioni in evidenza: suscitare entusiasmo e corresponsabilità per la Chiesa; dare il tempo alle comunità di accettare il cambiamento, il protagonismo dei laici “che non vogliano occupare tutti gli spazi” ma nello stesso tempo non lascino “che i vuoti pastorali si riempiano di ragnatele”, coinvolgere famiglie e giovani, raccogliere le sfide del turismo a partire da liturgie più qualificate, chiedersi come riqualificare certe strutture…
Queste e altre sfide sono state riprese da mons. Tisi che ha riconosciuto il ruolo-ponte da affidare alla comunità di Moena, ritenuta “anello di congiunzione” fra le due valli, nel far crescere il lavoro di Zona.
L’Arcivescovo ha sottolineato il valore del “noi” comunitario, per superare rischi di isolamento o autoreferenzialità; protagonismo di laici “non clericali o padroni” e disponibilità di preti che siano soprattutto dei facilitatori perché “il vero leader deve essere la comunità”. La sfida del turismo – pur con caratteristiche diverse nelle due valli – va vista come un’opportunità per qualificare il proprio essere comunità e proporre iniziative comuni. Ha recepito anche il dovere di un discernimento, possibilmente d’intesa con il livello diocesano, sulle strutture ecclesiali che possono essere destinate a funzioni nuove in modo condiviso e razionale.
Ma la sfida principale è l’unico vero progetto diocesano: ripartire dalla Parola, affrontata personalmente o nei gruppi giovanili (“Passi di Vangelo”) o di adulti (“Sulla Tua Parola”). Prima dell’invito a tutti a partecipare all’inedito pellegrinaggio zonale a Cavalese domenica 27 ottobre col vescovo Lauro in ringraziamento ad un anno dalla tempesta Vaia, l’Assemblea ha affrontato anche il tema della composizione del nuovo Consiglio di Zona: “Un anno fa non eravamo ancora pronti, oggi con la spinta del Vescovo siamo pronti a partire”.
Nel pomeriggio si sono incontrati gli operatori degli ambiti della Carità e gli animatori degli oratori. (d.a.)