1° maggio con tradizionale Messa in fabbrica per l’arcivescovo Lauro Tisi, davanti a molti fedeli che hanno affollato i locali dell’officina Demattè a Mattarello.
“Siamo figli di un Dio che lavora. Ma un Dio con i calli alle mani scandalizza – ha sottolineato nell’omelia – anche perché spesso per molti il lavoro è un castigo, viene gestito in spazi dove non c’è tutela della salute e in modo violento laddove tu esisti in quanto produci ricchezza. Ma il lavoro – è l’altra chiave di lettura proposta da Tisi – è anche il luogo della più profonda umanizzazione, lo spazio dove si va a star bene. Il lavoro può diventare terreno dove tu sperimenti di partecipare all’atto creativo di Dio e luogo dove sviluppare trame di solidarietà”.
Un pensiero particolare è andato a quanti hanno perso la vita sul lavoro, a chi non ha più un lavoro e a chi lo sta cercando. Anima la celebrazione il locale coro del Circolo pensionati diretto dal maestro Aldo Fronza. Accanto al vescovo al parroco don Duccio Zeni e a padre Sergio Abram. Al termine della Messa un brindisi solidale promosso dagli operatori economici del sobborgo.
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