Tradizionale scambio di auguri natalizi nella mattinata di lunedì 16 gennaio tra l’arcivescovo Lauro Tisi e tutti i collaboratori della Curia diocesana e degli Enti afferenti. Alla riflessione di don Lauro al Vigilianum, è seguita quest’anno una novità: al posto dell’abituale buffet, un pranzo condiviso alla Mensa della Provvidenza, da fine settembre attiva nella nuova sede di via Giusti, gestita da Fondazione Comunità Solidale con l’apporto di oltre trecento volontari e il coordinamento delle piccola comunità delle Suore della Provvidenza.
La riflessione su Giubileo e Natale
Nel suo accorato augurio, don Lauro – introdotto dal vicario generale don Claudio Ferrari – ha esordito con l'”idea forte” legata al Giubileo imminente, ovvero il “lasciar riposare la terra“. L’Arcivescovo la declina nel “lasciar riposare le agende, per potere ritrovare quella camera segreta di ognuno di noi, dove abitano i desideri, vero motore della vita”.
“La caduta del desiderio – argomenta l’Arcivescovo – si deve al fatto che il nostro è tempo è totalmente occupato, non c’è disconnessione e tregua. Martini diceva che abbiamo il tempo occupato totalmente. E quando non è occupato è già preoccupato. Siamo rassegnati e pensiamo non si possa far nulla per staccare la spina e lasciare tempo liberato per far emergere il desiderio”.
Il percorso suggerito da don Lauro prende le mosse dal Vangelo di domenica scorsa che racconta la “credibilità” acquisita da “Giovanni Battista che abita la Parola, è eccentrico ma vero”. “Forse la via per liberare desiderio e ritrovare gusto per cercare se stessi e avere forza per cambiare, può avvenire nella misura in cui vai a contatto con storie umane credibili dove percepisci identità”.
“Torniamo a incontrare le persone”
“La narrazione mediatica devastante fa sembrare che l’umanità abbia come unico ingrediente violenza e guerra. La realtà presenta invece incontri che sono di altro registro, perché tutte le mattine miliardi di uomini – torna a ribadire monsignor Tisi – si alzano e si prendono cura degli altri… Non cerchiamoli chissà dove: li avete in casa vostra. Il Giubileo potrebbe essere l’anno in cui torniamo a incontrare le persone, anziché raccontarle. Perché da questi incontri vieni toccato, cambiato. Io lo sto sperimentando nella Visita pastorale: ad esempio osservando la serenità degli occhi di una giovane mamma, malata terminale, con una figlia di dieci anni”.
“Non possiamo vivere senza gli altri”
Don Lauro si sofferma poi sul tema della fede indicando ai collaboratori una chiara linea pastorale. “Manca la fede? Di più, manca l’umano. Veniamo dalla narrazione che si può vivere senza gli altri. Narciso non può credere, perché esiste solo l’’io’ che non ha bisogno di nessuno. La domanda di senso e di spiritualità spesso non prevede gli altri. Giovanni Battista ci offre una grande lezione nel dire ‘viene uno che è più forte di me’: c’è un’altra dimensione che è oltre la mia, Gesù Cristo”.
L’invito dell’Arcivescovo per questo Natale è di “non portarsi a casa odio, vendetta e gelosia perché – ne è convinto Tisi – ti porti a casa la morte. Salvami Signore dall’idea che tendendomi alla larga dagli altri io gusti la vita. Dall’idea che, odiando, viva. Buon Natale, immersi in questo Dio che è apparso in forma umana in Gesù”.
Il pranzo fraterno alla Mensa della Provvidenza
Vescovo e collaboratori si sono poi portati alla Mensa della Provvidenza per consumare in clima fraterno il pranzo preparato dai volontari.
Da don Lauro un “grazie” accorato alle oltre trecento persone che a turno prestano gratuitamente la loro opera per cucinare ogni giorno la cena per chiunque bussi alla porta della Mensa. Sono duecento ormai in media i pasti serali preparati ogni giorno dell’anno con punte recenti di 220 presenze. Determinante – lo ha ribadito don Lauro, guardando anche in prospettiva alla continuità del servizio -, risulta il coordinamento delle religiose, come attesta anche l’accorato applauso finale per i volontari e per le suore presenti: la superiora, suor Domitilla, suor Clara e suor Sumitra (con loro opera abitualmente anche suor Maria Aparecida). Volti di donne e uomini che ogni mattina – facendo eco alla riflessione dell’Arcivescovo – si alzano, per prendersi cura degli altri…