La seconda Assemblea sinodale della Chiesa italiana, a cui ha preso parte anche una delegazione trentina guidata dal vescovo Lauro, si è conclusa, giovedì 3 aprile a Roma, con il rinvio dell’approvazione del testo finale al 25 ottobre (di fatto sarà convocata una nuova Assemblea, la terza) e con lo slittamento dell’Assemblea dei vescovi da maggio a novembre.
Un esito del tutto inatteso e per molti aspetti clamoroso, se letto alla vigilia dell’assise ecclesiale. Ma una conclusione auspicata e condivisa dagli oltre mille delegati alla luce delle 50 proposizioni giudicate – da oltre sessanta interventi in aula Paolo VI e nel fertile confronto nei gruppi – assolutamente inadeguate ad accogliervi la sintesi di quattro anni di Cammino sinodale.
L’annuncio di Castellucci
Sono stati il vescovo Erio Castellucci, presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale, e il presidente della CEI cardinale Matteo Zuppi ad annunciare agli 854 votanti la mozione con lo slittamento dell’approvazione di un testo condiviso: 835 si sono detti favorevoli, 12 contrari e 7 si sono astenuti.
Un responso maggioritario unanime, anticipato dall’applauso scrosciante alle parole con cui Castelucci illustrava l’orientamento maturato nella serata di mercoledì 2 aprile nel Consiglio permanente della Cei (TESTO INTERVENTO) .
“Un assemblea ribelle? No, piuttosto viva e generativa. Anche i momenti di tensione fanno parte dei percorsi sinodali, se vissuti in modo costruttivo”, ha esordito Castellucci riconoscendo carenze nella tempistica con cui si è arrivati alla proposta del testo finale e nel processo di comunicazione interna, giungendo di fatto ad un elenco di “proposizioni che può risultare – ha ammesso il Presidente del Comitato – arido e povero, di fatto inadeguato. L’Assemblea e i gruppi richiedono un ripensamento globale del testo e non solo l’aggiustamento di alcune sue parti”. “Vogliamo però – promette Castellucci – fare un passo avanti, non tirare una riga e ricominciare”. Saranno quindi nuovamente coinvolti il Comitato sinodale e i facilitatori verso un “testo più discorsivo e più ricco”, anche alla luce degli emendamenti e delle premesse dei quattro anni di lavoro. Maggiore sarà anche l’intreccio con il Sinodo universale, come si sottolinea anche nel Messaggio inviato dall’Assemblea a papa Francesco. “È difficile ma appassionante lasciarsi guidare dalla realtà”, ha chiosato Castellucci.
Le parole di Zuppi: non ho perso la gioia
A lui, oltre al citato tributo dei delegati, è giunto il “grazie” del presidente della Cei Zuppi. Il cardinale, prima di annunciare nel dettaglio i prossimi passi affidati alla mozione posta ai voti, ha spronato i presenti ricordando loro che “bisognerà comunque arrivare a decidere”. Alla luce della grande libertà emersa nel Cammino sinodale soprattutto in queste giornate romane, Zuppi garantisce: “Io non ho certo perso la gioia. Collegialità e sinodalità funzionano insieme e il primato nella Chiesa serve a garantire la comunione”. Tra i delegati, prima di raggiungere la basilica di San Pietro per la S. Messa conclusiva, il sorriso domina. Anche senza un testo finale nello zaino, è tempo comunque di gioire nel ritorno a casa.
Al LINK il commento dell’arcivescovo di Trento Lauro Tisi e dei due coordinatori dell’equipe sinodale trentina Claudia Giordano e don Celestino Riz.
Nella foto la delegazione trentina composta (partendo da sinistra) da don Celestino Riz (referente Equipe sinodale), Piergiorgio Franceschini (Servizio Comunicazione), Sergio Oss (Equipe sinodale), arcivescovo Tisi, Claudia Giordano (referente Equipe sinodale) e Cristina Bruni (Equipe sinodale).