La chiesa della Sacra Famiglia a Rovereto ha ospitato nella mattinata di sabato 14 ottobre la prima delle otto Assemblee sinodali di Zona che fino al termine di novembre vedranno coinvolti i Consigli pastorali e i Comitati parrocchiali della Chiesa trentina ad avviare la fase sapienziale del Cammino sinodale, con proposte concrete sui tre ambiti prioritari individuati dalla Chiesa trentina: donne, giovani, fragilità. L’Assemblea della Vallagarina ha offerto alcuni promettenti “germogli di Chiesa del futuro”, come li ha definiti l’ arcivescovo Lauro Tisi: il confronto in stile sinodale dei piccoli gruppi – dedicato alle proposte operative per la fase di discernimento – si rivela ormai metodo collaudato ed efficace; la presentazione delle sintesi e la conduzione dell’incontro affidata completamente ai laici; il prevalere di una prospettiva di fiducia sulla lamentela e il pessimismo.
Un atteggiamento ecclesiale segnato dalla speranza, come si è visto anche nella presentazione – successiva ai lavori di gruppo sui tre temi – di una sintesi elaborata dalla rinnovata Commissione diocesana per il futuro delle comunità parrocchiali guidata dal vicario generale don Claudio Ferrari: “Più che pensare di essere gli ultimi cristiani di un’epoca antica – ha detto don Claudio – proviamo a pensare di essere i primi cristiani di un’epoca nuova, diversa”.
Cristina Bruni e Manuela Vaccari hanno inserito il futuro lavoro pastorale dentro i quattro orizzonti richiamati da mons. Tisi nei giorni scorsi: “la gioia che nasce dalla scoperta del volto di Dio, narrato da Gesù; un’assemblea che celebra l’Eucaristia domenicale come una festa, non come un rito da assolvere; l’attenzione umile e costante per chi fa fatica; lo sguardo oltre la morte”.
A proposito della riflessione che le Zone pastorali sono chiamate a fare su possibili nuove relazioni fra parrocchie, la Commissione diocesana osserva che “non si tratta di mettersi semplicemente insieme, ma di attivare un processo più ampio, per una pastorale più leggera, più sostenibile, più vicina alla vita, più capace di dialogare con le realtà presenti sul territorio. Sentiamo infatti che il peso delle strutture, sia organizzative, sia immobiliari, sta affaticando la nostra azione pastorale, preti e persone impegnate nei gruppi in primis”.
L’auspicio è di saper “ravvivare i germogli di vita cristiana presenti nelle comunità (incontro sulla Parola, attenzione agli ammalati e alle fragilità, preghiera della pietà popolare…)”, favorendo in stile sinodale un percorso condiviso verso un nuovo volto di Chiesa.
Un’ampio servizio nel prossimo numero di Vita Trentina.