“Caratteristica della Parola di Dio è quella di unire, sanare le divisioni. Chiediamo che la Parola ci riconduca all’unità, ci aiuti a spezzare le nostre divisioni”: così l’arcivescovo Lauro Tisi ha introdotto la celebrazione di domenica 24 gennaio, in cattedrale a Trento, per la Domenica della Parola, istituita da papa Francesco per dare risalto all’importanza della Sacra Scrittura.
Ma la celebrazione è iniziata anche ricordando quanti, in queste ultime settimane, hanno lasciato tragicamente questo mondo: “In questi giorni purtroppo -ha proseguito Tisi- continuiamo ad avere un costante aggiornamento delle nostre sorelle e dei nostri fratelli che muoiono di Covid: il grande rischio è dimenticare che dietro quel numero ci sono volti e storie. Se ne va la generazione che ha costruito il nostro paese, un patrimonio di inestimabile. Chiediamo di avere la stessa operosità, ingegno e passione di queste persone. Ricordiamo anche le famiglie delle giovani vittime della montagna di queste settimane, così pure come l’uomo di Borgo Sacco, morto nel rogo del proprio appartamento. Ed infine anche l’uomo morto solo, e di freddo, nel capannone a Rovereto. Chiediamo che la sua morte diventi una grande provocazione per essere vigili e impedire che il nostro impegno per i poveri si fermi solo alle parole”.
Nell’omelia poi, partendo dal brano evangelico, Tisi invita a non rassegnarsi ed a trovare il Regno di Dio nella nostra vita :”Fatichiamo anche noi, al giorno d’oggi, a pensare che il Regno di Dio è vicino. Ci sembra tutto allo sbando, che non c’è questa prossimità di Dio. Come uscire da questo impasse? Ce lo dice Gesù: “Convertitevi e credete al Vangelo“. Un invito che va letto in chiave esistenziale: costruire la vita con nuovi parametri, e come parametro prendere la vita di Gesù. La Parola ci è stata data come lampada per illuminare la nostra vita. Non usarla, vuol dire precludersi la possibilità di gustare e abitare la vita in modo nuovo. La Giornata per la Parola è una provocazione fortissima per sentire che noi, senza Parola, non andiamo da nessuna parte. E su questo, nella Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, facciamoci aiutare dagli altri fratelli cristiani. La Parola deve diventare la nostra compagna di viaggio. La Parola è Gesù, la sua vita. E per accoglierlo non dobbiamo diventare altro, ma accettare noi stessi, con la nostra umanità. Il Regno non è altro che l’umano liberato da quello che umano non è, cioè odio, violenza, mancanza di amore. Il Regno dunque è vicino perché nella storia incontriamo persone che sono “pescatori di uomini”, ha il loro volto, ed anche il nostro. Anche noi siamo pagine di Vangelo”.