“La Dedicazione della Cattedrale, come di di ogni chiesa, si realizza con la benedizione dell’altare e sull’altare noi realizziamo il momento più importante della nostra fede: siamo il Corpo del Signore, siamo popolo di Dio”.
Così nel Duomo di Trento sono risuonate domenica 17 novembre, festa della Dedicazione, le parole del vescovo trentino monsignor Mariano Manzana, nativo di Mori, per molti anni missionario fidei donum in Brasile, quindi direttore del Centro Missionario Diocesano e nel 2004 nominato vescovo di Mossorò (sempre in Brasile) fino al 2023.
Assente l’arcivescovo Lauro (impegnato a Roma per l’Assemblea sinodale), la liturgia è stata presieduta da monsiggor Manzana che nell’omelia ha invitato a riflettere sul significato della chiesa-madre della Diocesi, accanto a un’altra importante ricorrenza: la Giornata mondiale dei Poveri.
Pietre vive che celebrano il Signore
“Nella chiesa dedicata noi viviamo l’anticipo di quella festa che sarà eterna. Quattro parole sono importanti: facciamo memoria, rinnoviamo la morte di Gesù sulla croce, l’eucarestia ci fa Chiesa e guardiamo verso l’eternità“.
“Io – ha aggiunto il vescovo missionario – vengo dal Brasile e ho visto con gioia sul calendario liturgico tridentino che ogni giorno ci sono le date delle chiese che sono dedicate nelle varie parrocchie. Questo è molto bello, ci fa sentire che la cattedrale si rinnova in ogni chiesa parrocchiale e ci invita ad essere veramente, a partire dal tempio materiale, una Chiesa viva, pietre vive, una Chiesa che celebra in ogni momento il Signore”.
La S. Messa per la Dedicazione è stata animata dalla Cappella Musicale del Duomo, diretta da Paolo Delama.
Lo sguardo punta già alla Dedicazione del 2025 che avverrà nel contesto dell’Anno Santo. Per l’occasione sarà convocato in Duomo un vero e proprio Giubileo di tutti i ministri della liturgia con la chiamata a raccolta dei cori parrocchiali, per un grande momento di festa comunitaria.