Sono complessivamente 500 le persone aiutate in questi mesi di pandemia dalla Diocesi di Trento, attraverso il fondo solidale straordinario “InFondo speranza”, avviato ai primi di luglio per sostenere singoli e nuclei familiari alle prese con le conseguenze socio-economiche dell’emergenza sanitaria. Il dato viene comunicato alla viglia della IV Giornata Mondiale dei Poveri, fortemente voluta da papa Francesco dopo il Giubileo della Misericordia.
“InFondo speranza” (affiancato al Fondo di Solidarietà già attivo da anni a Rovereto) è rivolto in particolare a disoccupati, lavoratori precari e lavoratori autonomi che a causa dell’ondata Coronavirus abbiano subito l’interruzione delle attività. Per loro il fondo solidale prevede un sostegno, a fondo perduto, fino ad un massimo di € 2.500.
Nel corso di questi primi quattro mesi (01.07–31.10.2020) sono state esaminate 167 domande (133 domande a “InFondo Speranza” e 34 domande al Fondo di Solidarietà già attivo nelle parrocchie di Rovereto).
Delle 167 domande, 53 riguardano persone singole, 114 sono domande di nuclei famigliari composti in totale da 439 persone. Complessivamente, quindi, “InFondo Speranza” e “Fondo di Solidarietà” roveretano hanno dato risposta a 492 persone di cui il 41% sono minori. Il 53% di coloro che hanno presentato domanda hanno cittadinanza italiana.
Le zone da cui proviene il maggior numero di domande (Trento, Vallagarina, Riva- Arco e la Valsugana) rappresentano anche i territori dove vengono segnalate situazioni con maggiori difficoltà legate al Covid, nonostante i fondi straordinari attivati in molti casi da Comunità di valle o Comuni. Alcune zone turistiche risentono della crisi soprattutto nei servizi collegati agli alberghi e alla ristorazione.
Le richieste hanno riguardato principalmente la necessità di affrontare spese per l’affitto e le utenze domestiche. Ed in alcune occasioni per sostenere situazioni legate ai bisogni educativi dei minori (acquisto di libri, rette scolastiche e/o mensa).
Si è notato che le persone che presentano la richiesta al Fondo rientrano nella fascia della cosiddetta “povertà grigia”: situazioni cioè che nel periodo pre-Covid si trovavano in una condizione economica al “limite” e che a causa della pandemia non riescono più a far fronte alle esigenze essenziali a causa della perdita o di una riduzione del lavoro, di spese impreviste, malattie.
MODALITA’ DI ACCESSO A “INFONDO SPERANZA”
Tra i requisiti per accedere in particolare a “InFondo Speranza” è necessario essere residenti nel territorio dell’Arcidiocesi di Trento, trovarsi in situazione di disoccupazione (dopo marzo 2020) o aver visto drasticamente ridotte le proprie occasioni di lavoro; non avere in atto altri sostegni economici diocesani né altre forme di sussidi pubblici. Per informazioni dettagliate è necessario rivolgersi al parroco del proprio territorio di residenza.
Le domande di sostegno vengono raccolte dal Centro d’Ascolto Caritas di Trento e vagliate da una apposita Commissione.
Chiunque potrà contribuire ad alimentare il Fondo straordinario con offerte sul conto corrente bancario intestato ad
Arcidiocesi di Trento – Caritas Diocesana
c/o Cassa Centrale Banca
IBAN: IT41G035 9901 8000 0000 0081237
GIORNATA DEI POVERI, INIZIATIVE IN DIOCESI
La celebrazione in Diocesi della Giornata Mondiale dei Poveri, pur segnata dai limiti imposti dall’emergenza, prevede a Trento alcune iniziative semplici ma di portata simbolica:
sabato 14 novembre, dalle ore 9.00 alle 12.00, presso il negozio “Altr’Uso” in via Giusti, un gruppo di volontari preparerà alcune confezioni di vestiti che saranno poi consegnati, nel corso della domenica, ad altrettante persone in difficoltà. Qui i dettagli;
domenica 15 novembre: alle ore 9.30 nella Chiesa di Madonna della Pace (Trento Nord) ci sarà la celebrazione della Messa; nel pomeriggio, alle 16.45, sul sagrato della chiesa di Cristo Re, verranno narrate alcune esperienze di incontro con la povertà, prima di condividere nuovamente la celebrazione della Messa alle 17.30.
Nel suo Messaggio per la Giornata, Papa Francesco commenta il tema (“Tendi la tua mano al povero”, citazione del Siracide) ricordando l’impegno, in questi mesi di pandemia, di medici, infermieri, farmacisti, coloro che operano nei servizi essenziali, di sacerdoti e volontari… “Altre mani tese – aggiunge il Papa – potremmo ancora descrivere fino a comporre una litania di opere di bene. Tutte queste mani hanno sfidato il contagio e la paura pur di dare sostegno e consolazione”.