“Per fare un uomo ci vuole un villaggio ricorda un proverbio africano. Luciana ha appreso nella vostra comunità l’arte del dono di sé. All’indomani della festa del Corpo e del Sangue del Signore, come Gesù si è fatta pane spezzato. Mentre ci stringiamo attorno a lei per la sua grande dedizione ai poveri e agli ultimi, preghiamo anche per Adama Nanko e per il martoriato continente africano”.
Così l’arcivescovo Lauro ha esordito nell’omelia della Messa celebrata a Ranzo per esprimere la vicinanza propria e della Diocesi alla comunità particolarmente scossa dal ferimento della volontaria della Caritas locale, Luciana Rigotti, ad opera di un migrante accolto da poco in una struttura della parrocchia.
“La dedizione di Luciana – ha aggiunto don Lauro – sia per tutta la nostra Chiesa una salutare chiamata a scegliere come suoi padroni i poveri e gli ultimi, a non venir meno al suo compito di rendere testimonianza che l’amore è più forte dell’odio. Amare a volte comporta un prezzo altissimo, come quello pagato in queste ore da Luciana, l’amore porta a rischiare la vita, ma non abbiamo alternative; diversamente non ci resta che l’odio e la barbarie. In lui – ci ha ricordato il testo di Corinti – vi fu il “sì”; chiediamo al “sì” di Cristo di divenire il nostro “sì”: il “sì” della nostra Chiesa al non venir meno dell’amore”.
“La nostra Chiesa diocesana, ma anche l’intera nostra società, pur turbata dalla violenza, riscopra – ha concluso l’Arcivescovo – questo straordinario messaggio d’amore, che Luciana ha incarnato con disarmante semplicità. La nostra Chiesa è provocata a scegliere ancora una volta i poveri, riconosciuti e accolti come la vera carne di Cristo”.