La Chiesa e l’intera comunità trentina piangono un grande missionario: fratel Elio Croce, comboniano nato a Moena 74 anni fa, “africano” da cinquant’anni, al servizio dei più poveri in Uganda. Era sopravvissuto all’epidemia di Ebola, ma è stato stroncato nella serata di mercoledì 11 novembre dal Covid-19.
Fratel Elio, in frequente contatto con il Centro Missionario Diocesano di Trento, dal 1994 si trovava a Gulu ed era l’uomo di fiducia dell’ospedale St. Mary’s di Lacor, dove si occupava della parte tecnica, seguendo riparazioni e nuove installazioni. Durante la guerra portata avanti dall’Esercito di resistenza, accoglieva all’interno dell’ospedale quanti vivevano all’addiaccio e in condizioni disperate e rischiavano di essere preda dei guerriglieri più sanguinari.
L’epidemia di Ebola (dal 2000) vide l’ospedale in prima linea: fratel Elio si occupava di andare a prendere i malati con l’ambulanza per portarli in ospedale o raccogliere i morti, operando in condizioni di enorme disagio. Da questa terribile esperienza nasce il suo libro “Più forte di Ebola“, una sorta di diario di quei giorni, nei quali medici e paramedici del St. Mary’s Hospital di Lacor si unirono con determinazione e spirito di sacrificio per contrastare l’epidemia. Nel 2009 gli è stato conferito il titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Ultimamente la sua preoccupazione e dedizione era indirizzata al St. Jude Children’s Home, fondato nel 1982 ad Anaka (circa 50 Km da Gulu) da una maestra d’asilo locale. In seguito alla rivolta insorta nel nord Uganda nel 1987 l’orfanotrofio fu trasferito a Gulu. Nel 1992 fratel Elio aveva assunto la gestione della struttura. Per questa realtà era attivo un progetto di adozioni a distanza con il Centro Missionario diocesano.
L’epidemia di Covid-19 non lo ha risparmiato. Fratel Croce era ricoverato in ospedale a Kampala. Al Centro Missionario erano arrivate notizie qualche giorno fa dal vescovo trentino mons. Giuseppe Filippi, che aveva riferito di medici moderatamente ottimisti e che avevano un po’ ridotto la somministrazione di ossigeno. Purtroppo però le sue condizioni sono velocemente precipitate.
Tra i primi ad annunciarne, sui social, la scomparsa, ancora nella tarda serata di mercoledì, padre Giulio Albanese, fondatore e già direttore dell’Agenzia Misna, grande amico di fratel Elio: “Lui – scrive padre Albanese – che aveva vinto Ebola nel 2000, la guerriglia e mille battaglie all’insegna della solidarietà è volato in cielo. Fu proprio lui che nell’agosto del 2002, dopo la brutta avventura del sequestro di Tumangu, mi venne a prendere in macchina appena liberato alle caserme di Gulu, nel nord Uganda… Ci mancherai Elio!”.
In una delle ultime interviste trentine, rilasciata nel settembre scorso all’emittente Telepace Trento, fratel Elio raccontava l’incidenza della pandemia di Covid in Uganda. QUI INTERVISTA