“Papa Francesco si è spento dando se stesso fino all’ultimo per il bene dell’umanità tutta intera”. Così l’arcivescovo emerito di Trento monsignor Luigi Bressan dalle pagine di Vita Trentina. “Nel maggio 2013 – scrive Bressan – confidava a noi vescovi del Nordest che aveva progettato di ritirarsi alla fine dello stesso mese nella casa dei Gesuiti a Buenos Aires. Ma chiamato a prestare la sua missione in un campo ben più vasto fu un esempio di dedizione totale. È il primo insegnamento che egli ci lascia e non possiamo non ringraziarlo e pregare per lui, nella commozione del momento”.
“Egli – aggiunge – ci ha affidato anche documenti fondamentali per il cammino della Chiesa e del mondo. Pensiamo alle esortazioni sulla gioia di annunciare il Vangelo e sulla fiducia nel Signore perché “Christus vivit”, tema che ha ripreso nell’ultima enciclica del 2024 sull’amore del Salvatore Dilexit nos. Con l’ampio testo della “Fratelli tutti” ci incoraggia a considerarci uniti, messaggio quanto mai necessario con gli etnocentrismi conflittuali in corso. Molto attuale resta la Laudato si’ sulla corresponsabilità di custodire il creato, testo rafforzato poi dalla Laudare Deum. Diceva che il cristiano non può restare al balcone a osservare quanto avviene anzitutto in famiglia (cfr. Amoris laetitia) e immettersi nel percorso della storia, assumendo la vita come missione e chiamata alla santità (cfr Gaudete et exultate) con quella positività che viene dalla fede poiché Spes non confundit”.