Nell’Introduzione ai lavori della 79ma assemblea generale della CEI, il presidente dei vescovi italiani card. Matteo Zuppi ha presentato le preoccupazioni della Chiesa per il Paese.
A sollevare preoccupazioni è la perdurante povertà: ma Zuppi ha anche esortato a guardare avanti con speranza, a “fare i conti con la cultura nel suo insieme, prendendo in considerazione tanto le élite intellettuali laiche che la dominante cultura di massa”.
«Lo stato di salute del Paese -ha detto- desta particolare preoccupazione. È sempre più difficile uscire dall’abisso dell’indigenza. Si rafforzano le povertà croniche e quelle intermittenti, relative ai nuclei familiari che oscillano tra il ‘dentro’ e il ‘fuori’ dalla condizione di bisogno». Si rafforza inoltre, ha aggiunto, «il divario generazionale: i giovani sono sempre più esposti a difficoltà economiche e aumenta il vuoto creato da coloro che tendono ad allontanarsi dalla partecipazione politica e dal volontariato». I numeri del resto lo attestano chiaramente. «Il 9,8% della popolazione, circa un italiano su dieci – ha fatto notare Zuppi -, vive in condizioni di povertà assoluta. Le stime preliminari dell’Istat, riferite all’anno 2023, mostrano quanto la povertà sia un fenomeno strutturale del Paese. Complessivamente risultano in uno stato di povertà assoluta 5 milioni 752mila residenti, per un totale di oltre 2 milioni 234mila famiglie. A loro – ha proseguito il presidente della Cei – si aggiungono le storie di chi vive in una condizione di rischio di povertà e/o esclusione sociale: si tratta complessivamente di oltre 13 milioni di persone, pari al 22,8% della popolazione». E il dato italiano «supera la media europea».