“La vita va vissuta, non va subìta. Mettete a disposizione degli altri i doni che il Signore vi ha dato”. E’ il messaggio che il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, card. Gualtiero Bassetti, ha lasciato venerdì 6 maggio al termine di un dialogo di oltre due ore con circa 150 studenti delle classi della Scuola Professionale “Armida Barelli” di Rovereto e Levico. Accolto dal presidente Graziano Manica e dal direttore Bernardo Zanoner, Bassetti ha ripreso l’esempio della beata Armida Barelli (alla quale l’istituto scolastico trentino, unico in Italia, è dedicato) definendola “una donna coraggiosa, generosa e ottimista” e recuperando da tante sue scelte di vita l’invito ai giovani a “spendersi per gli altri, per i più poveri in particolare”.
Introdotto dall’Arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi (“il Cardinale è un uomo buono, che sa ascoltare i giovani”) e dal parroco di San Marco don Ivan Maffeis, per qualche anno suo stretto collaboratore alla CEI, il card. Bassetti ha sottolineato la soddisfazione nell’aver visitato e incontrato un’istituzione scolastica fedele ad un forte carisma educativo, all’altezza dei tempi e attenta all’inclusione: “Ringraziamo Dio per la qualità di questa formazione professionale – ha aggiunto, ringraziando anche l’assessore provinciale Mirko Bisesti – perchè girando l’Italia ci si accorge che il dramma della nostra scuola è che addestra in modo insufficiente i giovani al lavoro. Vedo anche nella mia diocesi quanto le scuole professionali salesiane danno ottimi risultati formativi e in una regione povera come l’Umbria riescono a far trovare poi occupazione all’ottanta per cento dei ragazzi diplomati”.