I Camilliani lasciano il Trentino a fine mese. Il saluto dei cappellani ospedalieri padre Davide e padre Fausto

bookmark

Da fine mese terminerà la presenza dei Camilliani in Trentino: lasceranno infatti i loro incarichi i fratelli valtellinesi padre Davide e Fausto Negrini.

Padre Davide presta servizio come assistente spirituale all’ospedale Santa Chiara da gennaio 2016, mentre padre Fausto in un primo tempo dalle Figlie di San Camillo (dicembre 2017 – marzo 2020) e da ottobre 2018 nella APSP Beato de Tschiderer. La Diocesi li ha salutati in particolare con una Messa presieduta dall’arcivescovo Lauro nel pomeriggio giovedì 19 settembre alla de Tschiderer. 

Le motivazioni

A causa di esigenze interne all’Ordine Religioso, dovute principalmente ad un sempre più preoccupante calo di vocazioni, all’invecchiamento delle comunità religiose, ad una ridistribuzione interna delle forze ed al ritiro dei religiosi camilliani indiani dall’Italia, la Provincia Nord Italiana dei Camilliani è stata costretta a chiudere due comunità, tra cui quella di Trento.

Cogliamo l’occasione – scrivono padre Davide e padre Fausto – per ringraziare mons. Lauro Tisi e la sua Diocesi; gli ospedali S. Chiara, San Camillo e l’APSP Beato de Tschiderer con i loro malati, ospiti, direttori e personale tutto; i Religiosi ed in generale la città e provincia di Trento per averci fatto sentire a casa e per averci permesso di condividere un pezzettino delle nostre vite. Grazie a tutti!

La presenza camilliana in Trentino

Proseguono padre Davide e padre Fausto:

Questo ci farebbe pensare che con poche righe si possa archiviare la nostra storia in questa regione, ma il solo pensarlo invece sarebbe sia un errore che una grave ingiustizia. Il motivo è che da questa splendida terra tra vallate e imponenti montagne la vocazione Camilliana è fiorita in modo strepitoso. Il tutto appare ancora più sorprendente se pensiamo che in Trentino non vi sono grandi città ma piccoli villaggi. Tra questi paesi ci limitiamo a citarne alcuni: Fornace, che ebbe con fratel Domenico Lorenzi la prima vocazione camilliana del Trentino, dal quale successivamente uscirono altre diciotto vocazioni; Cavizzana con dodici; Sevignano con undici; Mezzolombardo con dieci; Segonzano con otto e numerose altre vocazioni.

La curiosità e l’interesse verso i religiosi che portavano una croce rossa sulla veste talare deve essersi diffusa tra i giovani del Trentino quando, durante la Seconda guerra mondiale, gli studenti camilliani di Teologia da Verona furono sfollati a Prabubolo di Ronchi di Ala. Da allora sono nate numerose vocazioni e si sono diffuse varie opere sul territorio.

Negli anni 50 è segnalata la presenza dei Camilliani come Cappellani all’Ospedale di Ala. Nel 1962 si aprirono a S. Vito di Pergine e Vigolo Vattaro un Seminario per studenti delle Scuole Medie Inferiori, che rimasero in funzione fino al 1980.  Dagli untimi anni ‘70 fino all’82 i Camilliani ressero anche la Parrocchia di S. Vito di Pergine. Dopo di noi la struttura di S. Vito è stata occupata per un periodo dalla Comunità di S. Patrignano e ora dalla Cooperativa Sociale Kaleidoscopio; mentre a Vigolo Vattaro ora c’è la RSA Villa Santa Maria.

Con la chiusura del Seminario di S. Vito la comunità camilliana si trasferì in città a Trento presso l’Istituto per sordi “Nepomuceno De Tschiderer” in via Piave, con compiti di direzione e assistenza spirituale; ricordiamo qui la figura di P. Giovanni Pisetta. All’iniziò degli anni ’80, grazie all’impegno di P. Alfredo Rizzi, i camilliani intrapresero un lungo lavoro di accompagnamento e cura dei tossicodipendenti a Trento e a Nomi, dove si trovava la Comunità di recupero, che continuò con buoni risultati fino a metà degli anni ’90.

Nel 1985 i camilliani, nella persona di P. Beppino Taufer, iniziarono a Pergine Valsugana un lavoro di accoglienza e riabilitazione per soggetti con disturbi psichiatrici, su richiesta dell’U.S.L. “Alta Valsugana”. Venne così aperta la Comunità Terapeutica “Maso S. Pietro” alla quale nel 1996 si aggiunse anche il “Maso Tre Castagni”. Tali strutture accolgono 30 pazienti psichiatrici (18 a Maso S. Pietro e 12 a Maso Tre castagni) per periodi prefissati e in accordo con i Servizi psichiatrici del territorio, con lo scopo della cura e della riabilitazione fino al possibile reinserimento sul territorio di questi ospiti. Un anno dopo la morte di P. Beppino (gennaio del 2021) i Camilliani restituiscono la struttura alla APSS di Trento.

Nel novembre del 2009 il P. Provinciale espresse, al Vescovo Mons. Luigi Bressan, la richiesta di inviare dei religiosi che potessero ricostituire la comunità religiosa, e il desiderio di metterci a servizio della diocesi, secondo il carisma di S. Camillo, rispondendo alle necessità e ai bisogni emergenti.

Dopo un anno di soggiorno in località S. Nicolò, in una casa della curia, su indicazione dell’allora Vicario ed attuale Arcivescovo della diocesi di Trento mons. Lauro Tisi, il 6 ottobre del 2010 i camilliani si trasferirono nella canonica della parrocchia del S. Cuore, e il 23 settembre 2021 presso l’oratorio della parrocchia dei SS. Pietro e Paolo, nel cuore del centro storico della città.