«Grazie per essere venuti a trovarci, grazie per averci portato dalle montagne trentine aria fresca dopo tanto caldo». È il saluto dal tono scherzoso e confidenziale rivolto dall’arcivescovo Ivan Maffeis, nella cattedrale di Perugia, il 28 agosto pomeriggio, a circa 300 giovanissimi pellegrini trentini (dai 13 ai 16 anni d’età). Si trovano in terra umbra, sulle orme di Francesco e Chiara d’Assisi, fino al primo settembre, accompagnati dal loro arcivescovo, mons. Lauro Tisi, insieme a sacerdoti ed animatori parrocchiali. La loro prima tappa è stata l’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, “quasi obbligata”, per incontrare mons. Maffeis, loro conterraneo, fino allo scorso anno parroco di Rovereto, che gli ha dato il benvenuto in cattedrale celebrando l’Eucaristia insieme a mons. Tisi e a diversi sacerdoti trentini e perugini.
Accolti da Caritas e Pastorale giovanile
Prima ancora avevano visitato l’opera segno di carità del Santuario della Madonna dei Bagni di Deruta, accolti dal direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli e dagli animatori della struttura. Altra esperienza offerta ai giovani trentini è quella della realtà oratoriale perugina, vissuta in due oratori dove anche pernottano. Ad occuparsi della loro accoglienza ed organizzazione del cammino a piedi verso Assisi, è la Pastorale giovanile diretta da don Luca Delunghi. Una sinergia tra le due Chiese diocesane che inizia a dare i suoi frutti per l’avvio di un gemellaggio, così ha auspicato lo stesso arcivescovo di Trento nel ringraziare Caritas e Pastorale giovanile di Perugia per l’accoglianza riservata loro. A sua volta, l’arcivescovo Maffeis, nel ringraziare il nutrito gruppo trentino per la visita, ha detto di voler mettere a disposizione dal prossimo anno strutture per pellegrinaggi di questo genere, in particolare di giovani.
Tre parole-chiave
Si tratta di un pellegrinaggio, spiega don Mattia Vanzo, delegato per l’Area annuncio e sacramenti dell’Arcidiocesi di Trento, comprendente la Pastorale giovanile, che «prepara i più giovani alle future Giornate Mondiali della Gioventù il cui tema è quello della recente GMG di Lisbona, il passo del Vangelo di Luca in cui Maria si mette di fretta in cammino con la gioia di andare dalla cugina Elisabetta… E le tre parole-chiave che ci accompagnano in questo pellegrinaggio sono la “fretta”, quella fretta sana, bella che papa Francesco ha ricordato a Lisbona, il “servizio” e la “gioia”. Speriamo di poter tornare a casa portando nelle nostre comunità la gioia di questi giorni insieme».
Lasciarsi coinvolgere
Lo stesso mons. Maffeis, durante l’omelia in cattedrale, si è rivolto ai giovanissimi trentini augurando loro «di vivere queste giornate di pellegrinaggio ad Assisi con la disponibilità a lasciarvi coinvolgere dagli incontri tra di voi, con i vostri sacerdoti, con il vostro vescovo, con gli incontri con la Parola del Vangelo che riecheggia bella ed affascinante anche oggi in san Francesco e in santa Chiara. Le voci di questi Santi continuano a parlare come il vino buono che più invecchia, più è gustoso. Noi vi accompagnamo con semplicità, con la nostra preghiera, con la nostra stima, con l’augurio che possiate tornare nella nostra terra, in Trentino, ed essere un segno di luce, di pace per le nostre comunità all’interno delle relazioni di ogni giorno».
Il respiro di una grande accoglienza
L’arcivescovo Lauro Tisi, nel suo saluto all’inizio della celebrazione in cattedrale, ha ricordato quando da Trento quasi un anno fa (era l’11 settembre) venne a Perugia insieme a numerosi fedeli per l’ordinazione episcopale del suo confratello Ivan, promettendo in quell’occasione di dare vita ad un “gemellaggio” tra le due Chiese diocesane. «Siamo stati di parola – ha detto – ritornando a Perugia ancora prima della scadenza del suo primo anno di episcopato». E a margine della prima giornata di pellegrinaggio, l’arcivescovo di Trento ha commentato: «Respiriamo una grande accoglienza da parte della comunità di Perugia ed è stato bellissimo rincontrare don Ivan, che ringraziamo per averci donato del tempo in giorni per lui impegnativi. Credo che stiamo compiendo dei passi piano, piano, senza accorgecene, di collaborazione molto feconda tra le nostre Chiese e speriamo che questo sia l’inizio di un ulteriore implementazione di questa collaborazione».